Alexandrina de Balasar

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ESTASI DELLA PASSIONE NELLA PRIMA FORMA
(1938-1942)

Preparazione prossima

P. Pinho scrive in “No Calvario de Balasar”  (C. 15)

Dal marzo 1938 Alexandrina cominciò a vivere in uno stato quasi abituale di terrore, di abbandono, di oppressione, di agonia, che potremmo chiamare un prolungato Orto.

Alle volte erano ore di seguito e persino notti intere di indescrivibili angosce. Il Signore le mostrava nello stesso tempo i grandi castighi che stavano per cadere sulla Terra. ( è prossima la 2° guerra mondiale!)

E nell’Autobiografia si legge:

Già da tempo sentivo grandi agonie nella mia anima e mi sentivo a volte in procinto di cadere in abissi spaventosi.

La giustizia dell’Eterno Padre cadeva su di me! (...)   (A, p 45)

L’anima-vittima prolunga nel tempo la missione redentrice del Cristo, quindi, come il Cristo, sente su di sé i peccati per i quali deve espiare, e la conseguente giustizia divina. Quando uno soffre convinto che questo giova alla salvezza di anime, trova un po’ di conforto. Ma molto più atroce è la sofferenza del sentirsi identificato con il peccatore, e quindi oggetto dell’ira di Dio!

E non manca l’intervento di Satana! Sappiamo che Gesù pure fu tentato durante l’agonia nell’Orto. Alexandrina è fortemente tentata di togliersi la vita.

Porre fine alla mia vita, a qualsiasi costo. Buttarmi ad affogare, mettere la testa sotto il treno; insomma, mi pareva insoppotrabile il mio vivere. L (17-9-38)

Tutti i terrori, le angosce, le tenebre, lo stato di vittima non soffocano però l’amore di Alexandrina per il suo Gesù. Anzi, questo amore esplode sempre più ardente, luminoso, eroicamente generoso, come appare in moltissime sue lettere al direttore.

(...) Vado passando i giorni secondo la santissima volontà del mio amato Gesù (...) Amarlo fino a morire d’amore.(...) L (4-2-38)

(...) Quando sento molti desideri di amare il Signore, mi pare di salire al Cielo più rapidamente di un razzo.(...) L (11-7-38)

(...) “O mio Gesù, io voglio morire bruciata nel vostro amore. Datemi forza per accompagnarvi nella croce e vivere con Voi nella santissima Eucaristia.  L (16-7-38)

“Accompagnarvi nella croce
e vivere con Voi nella santissima Eucaristia”

sono due aspirazioni che si realizzeranno e sintetizzano tutta la sua vita.

Il 3 ottobre 1938

Nella notte tra il 2 e il 3 ottobre, se fu grande l’agonia dell’anima, fu pure grande tutta la sofferenza del mio corpo: cominciai a vomitare sangue e a sentire dolori orribili. Vomitai poi per alcuni giorni consecutivi e per 5 giorni non presi alcun alimento.

Fu con questa sofferenza che andai alla prima crocifissione (Chiama “crocifissione” il suo rivivere la Passione).Che orrore io sentivo in me! Che paura, che terrore!  ( A, p 46)

P.Pinho ( che era presente per disposizione divina) dà il resoconto della mattinata del giorno 3:

Dopo la Comunione, in seguito a grandi tribolazioni mistiche in cui si vide con Cristo nell’Orto, le venne ripetuto l’invito:

“Accetti, figlia mia, un calvario che io do soltanto alle mie spose più care?”

E, udito di nuovo il “sì” generoso, Gesù le annuncia, come nel giorno precedente, che dopo le ore 12 comincerà la sua Passione dall’Orto al Golgota e terminerà alle 3 del pomeriggio. Poi, resterà Lui con lei in un colloquio a confidarle i suoi dispiaceri, fino alle 6 del pomeriggio. ( No C , cap..15)

Nell’Autobiografia si leggono un ultimo invito e una breve descrizione della Passione.

Appena passato mezzogiorno, il Signore venne ad invitarmi così:

“Ecco, figlia mia: l’Orto è pronto, e anche il Golgota. Accetti?”

Sentii che il Signore mi accompagnò per un po’ di tempo lungo la via al Calvario.

Poi mi sentii sola: Lo vedevo là in alto, in grandezza naturale, inchiodato sulla croce.

Percorsi tutto il cammino al Calvario senza perderlo di vista: era vicino a Lui che dovevo arrivare.

Vidi per due volte Santa Teresina. La prima volta la vidi vestita da suora, tra due consorelle, presso la porta del Carmelo; la seconda volta la vidi circondata di rose e avvolta in un manto celestiale.(A, 46)

Alla sera di questo memorabile giorno Alexandrina scrive sul retro di un’immaginetta:

Gesù mi ha condotta dall’Orto al Calvario. Che grande grazia!

Ora posso dire: sono crocifissa con Cristo. (C G, p 71)

Assistere a quella estasi!

Leggiamo in “No Calvario de Balasar” quanto è apparso ai pochi presenti: p.Pinho, Deolinda, forse la madre e qualcun altro...

Noi presenti vedemmo svolgersi il dramma della Passione nel modo più vivo possibile: Orto, prigione, tribunali, flagellazione , coronazione di spine, cammino del Calvario, crocifissione, morte.(...)

Le stimmate rimasero sempre occulte, perché ella aveva chiesto al Signore che nulla apparisse.

La Passione fu violentissima. I presenti non poterono trattenere le lacrime davanti a quello spettacolo di dolore ben visibile. (No C, cap. 15)

Riportiamo qualche passo di quanto Deolinda depose al Processo Informativo Diocesano.

Arrivò il mezzogiorno. Si tirò fuori dal letto, senza che si sapesse come, perchè rimase prostrata bocconi sul pavimento completamente composta. (Summ  pp 221-223)

Quanto allo scendere dal letto – lei, paralizzata- un altro teste, il dott. Azevedo, suo medico curante come vedremo, depose allo stesso Processo:

Osservai che nel discendere da letto, dove stava immobilizzata, assumeva un atteggiamento quasi di semi-levitazione, che non so spiegare naturalmente (Summ, pp 52-52)

Prosegue Deolinda, dopo aver descritto le fasi della accettazione, della cattura, dei processi, della flagellazione:

Dopo, prendeva la croce. Deducemmo questo dalla posizione che assumeva e dal rumore che faceva con i passi sul pavimento. (...) La posizione era curvata in avanti, come in chi porta la croce sul dorso; e i passi erano lenti.

Più tardi ci furono delle persone che tentarono di sollevarla, quando il fenomeno si ripeteva e non ci riuscirono, sebbene pesasse solo 33 o 34 chili. (...) (Summ, pp 221-223)

Circa l’impossibilità di rialzarla quando era sotto il peso della croce, un altro teste depose :

Il direttore spirituale le chiese col pensiero di domandare al Signore per quale ragione non lo potevano fare.

Durante l’estasi che seguì alla crocifissione il Signore rispose che il peso della croce erano i peccati del mondo, e che questi non si potevano pesare!  (Summ, p 98).

Del colloquio con Gesù seguìto a questa estasi, p.Pinho riporta alcune frasi:

“Come Vi amo? ( Alexandrina ripete quanto si sente dire da Gesù come per  domandare se ha capito bene. Così i presenti, che non sentono certo la voce di Gesù, possono seguire il dialogo.)  In mezzo a tanto dolore?...O Gesù, non fu in mezzo al dolore che Voi pure mi amaste? Poiché fu, ora io non dovrei amarvi? O, come sarei ingiusta, mio Gesù!...

Avete molta pena nel farmi soffrire? Ma io mi sono offerta con tutta la generosità?...

...Ma Gesù, io vorrei amore! Non me lo date, Gesù? Datemelo!...

Non potete darmene di più?..Io vorrei morire d’amore!

Me lo avete già promesso? Non venite meno a quanto promettete?

Lo so bene, Gesù.

Io sono vostra? Sempre lo fui? Allora, mi volete bene così tanto, tanto? Sono la vostra eroina?...

Sono tutta per Voi, nevvero, Gesù? Sono una innamorata che si strugge, si perde nell’amore di Gesù?...(No C, cap.15)

Conseguenze

Dopo questo 3 ottobre Alexandrina sarà tormentata in tutti i sensi, anche nell’olfatto poiché ha l’impressione che tutto abbia puzza  di cane morto.

La sua sensibilità per il peccato è tanto acuita che solo all’udire la parola “peccatori” si sente oppressa, tanto scossa da contorcersi tutta dolorosamente.

Rimane in uno stato tale da cessare anche di dettare le lettere al suo direttore , che presentano una interruzione fino all’11 novembre 1938.

Il susseguirsi periodico

Alexandrina rivivrà settimanalmente la Passione con manifestazioni esterne ogni venerdì dalle 12 alle 15(eccettuato il 30-12-38 , perché erano presenti persone non autorizzate) fino al 27 marzo 1942 incluso. Da allora in poi continuerà a soffrire intimamente quei patimenti non solo al venerdì, e con accentuazione ai tormenti spirituali , ma senza muoversi dal letto. (vd. C 11 )

Delle estasi mimate si trovano descrizioni in alcune lettere di Alexandrina al direttore ( vd. No C ), in appunti del direttore stesso riuniti in 12 quaderni, in una dettagliata recensione del p.Terças, testimone oculare a quella del 29-8-41. (vd. C G, appendice C 4). Accenni ai sentimenti vissuti durante l’ultima estasi costituiscono l’inizio del diario “Sentimentos da alma”, dettati a Deolinda non con l’intento di fare un diario, ma come sfogo, essendo rimasta senza il direttore , che le aveva fatto la visita di congedo il 7 gennaio 1942.

E’ stato fatto anche un filmato, custodito nell’archivio di Balasar.

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