Alexandrina de Balasar

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PARTE I

LA VITA

CAPITOLO 1
(1904 - 1910)

SPUNTA IL FIORE ED INIZIA A SBOCCIARE

…su di un giaciglio improvvisato nella cucina, dove è possibile un po' di riscaldamento... Verso i 4 anni mi mettevo a contemplare il cielo e domandavo ai miei se avrei potuto raggiungerlo collocando uno sull'altro tutti gli alberi, tutte le case, tutti i fili dei rocchetti, le corde, eccetera. Mi ricordo con quale entusiasmo cantavo le lodi alla Madonna ricordo persino il primo canto che intonai in chiesa: "Vergine pura, la Tua tenerezza...

È il 30 marzo 1904, mercoledì della settimana della Passione di un anno santo (50° anniversario della definizione dogmatica dell'Immacolata Concezione, fatta da Pio IX nel 1854). In Gresufes, una delle frazioni di Balasar, su di un giaciglio improvvisato nella cucina dove è possibile un po' di riscaldamento, nasce il nuovo fiore della famiglia Costa. Siamo nella casa dei nonni materni... Il sabato santo, 2 aprile, la neonata viene portata nella chiesa parrocchiale, a circa 2 chilometri da Gresufes, per il battesimo. I padrini sono : lo zio Gioachino da Costa, fratello della madre, e una signora di Gondifelos, paesetto poco distante da Balasar, chiamata Alexandrina. Così la denominazione completa della neo-battezzata diventa: Alexandrina Maria da Costa.

Una ottima educazione. La piccola cresce tra l'affetto dei suoi famigliari e con una educazione molto sana, che sviluppa l'amore a Dio, oltre che un giusto timore di Dio, e l'amore al prossimo e abitua ad una attività intensa sempre indirizzata al bene. Il principale merito è della madre che, dopo la sua dolorosa esperienza, mantiene sempre una condotta irreprensibile. Deolinda ha deposto a d. Umberto Pasquale quanto segue:

«Mia madre ci ha insegnato a lavorare sin da piccole. La sua carità era conosciuta da tutti, tanto che il parroco di allora disse: - Quando questa donna morirà, ne risentirà tutta la parrocchia. - Infatti non vi era ammalato del paese che ella non soccorresse. Venivano a chiamarla persino di notte ed ella accorreva perché ne sentiva pena. Assisteva i moribondi; recitava le preghiere dell'agonia; vestiva i morti. In più, essendo una buona cuoca, era chiamata per i pranzi nei battesimi e nei matrimoni, come anche nella canonica in occasione di predicazioni.»

Per quanto riguarda la vita spirituale della madre, leggiamo la deposizione fatta a d. Umberto Pasquale dalla signorina Maria a Conceptione Leite Reis Proença, che sarà maestra in Balasar dal 1932 e che viene affettuosamente chiamata col diminutivo di Càozinha (ultima parte del diminutivo Conceiçàozinha, ossia Concettina, quindi Cettina). È intima amica di Alexandrina: dopo il 1932 le fa visita quasi quotidianamente e riceve molti dei suoi dettati dei Diarii.

«La madre di Alexandrina ha riparato in modo edificante gli errori della sua giovinezza. Anzitutto con la carità verso tutte le persone, che la conoscevano come donna di grande cuore; poi con una vita di intensa pietà. Si alzava prestissimo. Ogni giorno verso le 5 del mattino entrava in chiesa, di cui aveva la chiave. Quando iniziava la S. Messa, ella già da due ore era in ginocchio davanti al Santissimo. Così fece sino a che le forze glielo consentirono.»

Alexandrina, già per natura generosa e ricca di doti, assorbe questi buoni principii. Sentiamo lei stessa:

Mi ricordo che a quella età di 4 anni avevo in casa una zia ammalata, che morì di cancro. Mi chiamava a cullare il figlioletto, primo frutto del suo matrimonio: servizio che facevo con tutta la sollecitudine, sia di giorno che di notte. Già a quella età amavo la preghiera: infatti ricordo che mia zia mi chiedeva di pregare per lei, al fine di ottenere la sua guarigione.

Attrattiva verso il cielo e le cose belle. Alexandrina, nata in condizioni particolarmente dolorose e abituata a considerare le tante sofferenze che la circondano, sente svilupparsi una forte attrattiva verso il cielo. Nell'Autobiografia leggiamo:

Verso i 4 anni mi mettevo a contemplare il cielo e domandavo ai miei se avrei potuto raggiungerlo collocando uno sull'altro tutti gli alberi, tutte le case, tutti i fili dei rocchetti, le corde ecc. Siccome mi dicevano che neppure così vi sarei arrivata, rimanevo triste, nostalgica perché mi attirava là non so che cosa.

Questa attrattiva verso il cielo è il germe di una tendenza che si svilupperà in modo straordinario facendo di Alexandrina non solo una contemplativa, ma una grande mistica. E a quel Cielo arriverà; ma nel corso della vita comprenderà che le «cose» da mettere in pila per giungervi sono soltanto sofferenze e dolori di ogni genere, insieme a tanto amore. Ma Alexandrina sente in sé svilupparsi contemporaneamente una grande sensibilità per tutte le cose belle della Terra.

Avevo 6 anni quando, di sera tardi, mi intrattenevo per molto tempo a vedere cadere su di me innumerevoli petali di fiori di tutti i colori: parevano una pioggia minuta. Questo si ripeteva molte volte. Vedevo cadere questi piccoli petali, ma non comprendevo nulla: forse era Gesù che mi invitava alla contemplazione delle sue grandezze.

Si sviluppa il carattere volitivo, coraggioso e artistico. Alexandrina gode di tutte le sue attitudini che sente in sé crescere e che accoglie come doni del Signore. Di qui si sviluppa un carattere vivace, gioioso, scherzoso, attivo, che le attira la simpatia delle compagne, le quali però vengono soggiogate dalla sua forza di volontà. È piena di vitalità: ecco il suo slancio nel correre, nel giocare col cerchio, nell'arrampicarsi sugli alberi, il suo godere nel saper stare in equilibrio sulla cima dei muretti di cinta, dove cammina più volentieri che sulla strada. La madre la chiama «capretta»; le dice: - Tu morirai qualche giorno fatta a pezzi come un'anfora! - Gioisce al chiaccherio della limpida acqua del ruscelletto che scorre presso casa, sulla riva del quale si intrattiene sovente a lavare, essendo molto amante della pulizia in ogni suo aspetto.

Mi piaceva molto lavorare: riordinavo la casa, trasportavo legna e facevo altri servizi casalinghi.

Si prende cura con amore dei fiori dell'orto, per portarli poi in chiesa alle zelatrici che adornano l'altare della Madonna e anche perché li ama tanto, come ama ogni creatura. Qui è già in germe quell'amore che diventerà tutto il suo stesso essere. Ama anche la musica, per la quale ha buona disposizione: canta per le strade e canta in chiesa.

Ricordo ancora il luogo dove cantai per la prima volta la prima quartina di una lode alla Madonna e le parole della stessa. Mi ricordo con quale entusiasmo cantavo le lodi alla Madonna e ricordo persino il primo canto che intonai in chiesa: «Vergine pura, la tua tenerezza...»

Il temperamento si sviluppa forte, volitivo, senza timore di alcun ostacolo. Mentre è al pascolo con la sorella, rincorre, senza esitazione, una cavalla per impedirle di andare a danneggiare un campo coltivato:

Questa mi buttò a terra urtandomi con la testa: io restai sotto di lei ed essa, di tanto in tanto, mi raspava il petto sopra il cuore con una zampa, come chi gioca; si drizzava, nitriva e tornava a fare la stessa cosa; fece così alcune volte, ma non mi fece alcun male. Le mie compagne si misero a gridare ed accorsero varie persone che rimasero stupite nel vedermi uscire illesa dal divertimento dell'animale.

Non esita ad attraversare un torrentello in piena:

Una volta andai a fare visita alla mia madrina di battesimo e dovetti attraversare il torrente Este, che aveva una forte corrente, tanto che muoveva le pietre che servivano per il guado. Senza badare al pericolo a cui mi esponevo, attraversai il torrente su quelle pietre e l'acqua mi portava via. Scampai per miracolo alla morte, come pure mia sorella, che mi accompagnava.

Alexandrina amava questa sua madrina e quando ella morì, ebbe il suo primo grande dolore. Non aveva ancora 7 anni. Il carattere coraggioso, intrepido, le fa meritare il titolo di "Maria-maschietto". La sua forza di volontà la rende, alle volte, restia nell' obbedire. Per esempio quando inizia a frequentare la scuola di catechismo:

Cominciai a dimostrare un grande difetto: la testardaggine. Un giorno andai al catechismo in chiesa ed il coadiutore del parroco, p.Antonio Matias, mi indicò il posto che dovevo prendere tra le bambine della mia età. Ma, siccome io ero in compagnia di altre più grandi, volli prendere il posto tra queste. Per quanti allettamenti usasse il reverendo, e mi offrisse immaginette, non fui capace di cedere al suo ordine. Giorni dopo, il reverendo mi convinse e cominciò ad essermi molto amico e mi riparava persino dalla pioggia sotto il suo cappotto, dalla casa alla chiesa e da questa alla casa. Mi ricordo che ero molto testarda.

Quanto uso della virtù dell'obbedienza avrebbe dovuto fare nel corso del suo lungo martirio! E quanto imparò ad apprezzarla, persino ad amarla! Proseguendo nell'Autobiografia, Alexandrina vuol mettere in evidenza un altro difetto. Sentiamola:

Quando mi trovavo in chiesa, mi mettevo a contemplare le statue dei santi; ma quello che mi piaceva di più era ammirare le immagini della Madonna del Rosario e di San Giuseppe perchè avevano dei vestiti molto belli e io desideravo averne di uguali a loro. Non so se era già l'inizio della manifestazione della mia vanità: volevo avere i vestiti così perchè mi pareva che sarei stata più bella con quei vestiti.

Leggendo l'Autobiografia si nota che Alexandrina si preoccupa sempre di mettere in evidenza i suoi difetti. Infatti dice:

Trovo in me sin dalla più tenera età tanti difetti, tante cattiverie che, come quelle di oggi (1940) mi fanno tremare. Sarebbe mio desiderio vedere la mia vita, subito fin dal principio, piena di cose molto gradite al Signore e di amore per Lui.

«Se poi li cerchiamo questi chiamati difetti e cattiverie, a ben poco si riducono», scrive il suo primo direttore spirituale, p. Pinho, nella biografia «No Calvario de Balasar». E il lettore stesso se ne renderà conto leggendo la presente biografia.

 

   

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