Alexandrina de Balasar |
9 L’ALIMENTO DI ALEXANDRINA
Eucaristia Nella storia si erano già verificati casi di mistiche e mistici vissuti, anche per anni, col nutrimento della sola Eucaristia. Per es. Santa Angela da Foligno, per 12 anni, S.Caterina da Siena, per 8 anni, S.Angela da Foligno per 12 anni, il Beato Nicola de Flue, per 20 anni. Anche in Alexandrina Gesù vuol mettere in evidenza il valore dell’Eucaristia. Nel 1946 Alexandrina è tanto consumata dalle sofferenze e dal digiuno, che dura dal 42. Alcuni suggeriscono di aiutarla con iniezioni nutritive. Il dott. Azevedo non vuol fare nulla contro la volontà divina. Allora Alexandrina domanda a Gesù: “O mio Gesù, io voglio soffrire, ma sapere che in tutto faccio la vostra divina volontà. Se vorranno che io mi alimenti, se vorranno farmi delle iniezioni, che devo io fare?” “(...) Non voglio che tu usi medicina alcuna, se non quelle alle quali non si possa attribuire potere nutritivo. Questo ordine è per il tuo medico: sarà lui a prendere la tua difesa. Voglio che egli continui a sostenerti con tutta la vigilanza: è grande il miracolo della tua vita. Che egli mi aiuti, che ti sostenga!”S (7-12-46)
Nel disegno di Gesù il digiuno di Alexandrina è un martirio in più che deve servire a far meditare gli uomini sull’Eucaristia. Nell’aprile del 54 sarà chiaramente espresso questo. “Faccio che tu viva solo di me per mostrare al mondo il valore dell’Eucaristia e ciò che è la mia vita nelle anime. Sei luce e salvezza per l’umanità. Fortunati coloro che si lasciano illuminare! S (9-4-54) Il valore nutritivo dell’Eucaristia è ben provato dal fatto che Alexandrina, durante il digiuno totale, non potrebbe sopravvivere senza. Infatti Gesù le promette che non la lascerà senza l’Eucaristia in nessun venerdì, giorno in cui si consuma tanto nel rivivere la Passione, sia pure senza movimenti. In certi periodi è assente il parroco (unico che può portarle Gesù); ci sono poi i venerdì santi, nei quali la liturgia consente di prendere l’Eucaristia solo come Viatico (quando viveva Alexandrina). Ma Gesù supplisce quando vengono meno gli uomini, mostrando ancora una volta il suo potere nel Caso di Alexandrina, che riceverà misticamente, ma realmente, da mano di un angelo o da Gesù stesso, l’Ostia consacrata! Stralciamo da qualche diario. “Preparati, figliolina: sto per darmi a te. (...) Osserva: scende il Cielo su di te. Mi do a te in una Comunione reale, in una Comunione Eucaristica”. Scese su di me la volta del cielo e io esclamai: “Che bello, che bello! Vale la pena, mio Gesù, di soffrire e soffrire tutto per possedere il Cielo”. (...) Mi pare proprio di avere steso la lingua per ricevere Gesù. Rimanemmo per alcuni momenti in un silenzio profondo, in una unione tanto grande. S (30-3-45) Gesù insiste nell’affermare che si tratta di una reale Comunione eucaristica. Il 13 maggio 49 dirà: “Stai per ricevermi in Corpo, Sangue, Divinità, come sono in Cielo”. Il 4 aprile del 47 è venerdì santo: Gesù le si dà come Viatico. “Figlia mia, sposa cara, stai ora (appena finita l’estasi della Passione) per ricevermi dalle mani del tuo angelo custode. Vengono ai suoi lati l’angelo S.Michele e l’angelo S.Gabriele. Dietro di loro li segue una grande moltitudine di angeli. Preparati: scendono dal Cielo”(...) Si chinò verso di me l’angelo custode. Io stesi verso di lui la lingua ed egli, nel darmi Gesù, non cominciò con le solite parole, ma così: “Viaticum Corpus Domini nostri Jesu Christi custodiat animam tuam in vitam aeternam”. (...) Rimasi immersa nell’amore, in intimità con Gesù: mi pareva di essere inseparabile da Lui. “Figlia mia, mi sono dato a te in alimento: Io sono la tua vita. Mi sono dato in questo modo per mostrare di più e meglio le mie meraviglie e per manifestare che sono contento dei miei rappresentanti sulla Terra, della dottrina della mia Chiesa.(...) Mi hai ricevuto come Viatico; ed è vero che sei malata e che senza un miracolo divino non avresti resistito al dolore: eri moribonda. S (4-4-47) Trasfusione di sangue, effusione d’amore Il fenomeno della Eucaristia reale data misticamente si era già verificato con alcune grandi anime molto elevate nella spirittualità, dotate di una speciale sensibilità per le Realtà celesti. Per esempio, S.Veronica Giuliani, S.Gemma Galgani; e nel 1916 Gesù scelse la piccola Lucia di Fatima per darsi a lei mediante l’angelo custode. Ma la Beata Alexandrina riceve anche un altro alimento per il corpo e per l’anima: un insieme di sangue, vita, amore , sotto forma di vera trasfusione per il sangue e di effusione per l’amore. E’ la prima anima mistica per la quale si effettua tale fenomeno.Gesù stesso lo afferma. “Ti do la goccia del mio divino sangue, la maggior prova del mio infinito amore, la maggiore di tutte le meraviglie, la meraviglia unica, che avevo stabilito di dare alla più grande vittima dell’umanità, alla quale avrei affidato la missione più sublime”.S (13-2-48) “ La goccia del mio divino sangue è la vita di cui vivi, la vita con la quale dài vite, la vita di prodigi e meraviglie, la vita che non fu uguagliata da nessun’altra. Sei la prima cui do in questo modo il mio sangue divino”. S (18-6-48) “Quale grazia, quale prodigio, che il sangue del Crocifisso del Golgota scorra melle vene della più grande crocifissa dell’umanità!” Gesù parlava –aggiunge Alexandrina- e intanto la goccia del suo prezioso sangue passava lentamente. Quale unione intima: il suo divino Cuore unito al mio! S (11-6-48) E’ importante notare che tale trasfusione di sangue non è un fatto puramente spirituale, come l’effusione d’amore. No, no! E’ sangue vero, concreto, che le fa dilatare il cuore in modo sensibile e che deve compensare il sangue che Alexandrina perde di frequente, e anche per lunghi periodi giornalmente! Gesù le dice: “Ti darò il sangue goccia a goccia, come tu goccia a goccia lo dài per me e per le anime”. S (29-6-45) “Ricevilo prima di perdere tutto il sangue che hai nelle vene. Voglio sempre questa mescolanza: il sangue della più grande vittima di questo Calvario (la frazione di Balasar dove vive Alexandrina), della più grande vittima dell’umanità, con il sangue della Vittima del Golgota, di Cristo redentore. Così hai tutto il potere e tutto vincerai. (...) S (19-10-45) Alla fine del diario del 9 novembre 45 il dott. Azevedo ha messo la seguente Nota: Da tre mesi l’ammalata ha giornalmente perdite di sangue. “Se il mondo sapesse -le dice Gesù- cosa è la tua vita! Se il mondo sapesse quale sangue scorre nelle tue vene, la gente vorrebbe toccare il tuo corpo come fu toccato il mio. (...)” S (27-12-46) Circa un anno dopo, Gesù le riafferma il ruolo di corredentrice. “Non voglio che cessi di scorrere nelle tue vene il sangue di Cristo redentore: sei con me redentrice (redentora); è con me che apri il Cielo alle anime”. S (29-8-47) “Ricevi la goccia del mio divino sangue: è il completamento delle mie meraviglie in te. E’ il sangue di Cristo, il sangue tratto dal ventre purissimo di mia Madre benedetta che circola in te, che scorre nelle tue vene!” S (11-11-49) Il sangue che Gesù le trasmette ha indubbiamente lo scopo di sostenerla, di aiutarla a non cedere sotto il peso delle immani sofferenze che deve sopportare in quanto anima-vittima: “Lascia che scorra nelle tue vene il sangue che ti dà la vita; è la vita che ti dà forza nel tuo dolore, nel tuo calvario”. S (30-4-48) Ma per lo spirito occorre l’amore: “Il sangue ti dà la vita al corpo, l’amore ti dà la vita all’anima. Prodigio meraviglioso! Ricevi, riempiti”. S (29-4-49) L’effusione d’amore è spesso evidenziata da luce, ardore, raggi luminosi. Mi apparve Gesù diretto a me. Dal suo divin Cuore vennero verso il mio dei raggi luminosi che lo attraversavano come pugnali. Gesù pareva essere come una nube bianca. Il mio cuore si saziava di quei raggi: erano il suo alimento ed il balsamo per tutto il dolore. Passai un po’ di tempo immersa in quel Paradiso.(...) S (23-7-48) Erano tali e tante le mie sofferenze che io non reggevo, mi sentivo mancare. Sul mio cammino mi apparve Gesù (...) Dalla piaga del suo sacro Cuore uscivano brillanti raggi di fuoco che venivano tutti verso di me. Alzò la mano, additò il Cielo con un dito e mi disse: “Cammina, che io ti aiuterò!” (...) Questa pioggia accese in me un fuoco ardente. Il dolore e la tristezza scomparvero. Rimasi in una luce chiara. “Ora sì, mio Gesù, riconosco che sei Tu!” ( ha sempre timore che i fenomeni mistici che avvengono in lei siano frutto della sua fantasia: è una delle più grandi sofferenze). S (8-7-49) Apparve Gesù e vidi che (quei raggi) uscivano dal suo divin Cuore. Egli mi chiamò dicendomi: “Figlia mia, figlia mia, mia amata figlia, i raggi di fuoco che attraversano il tuo cuore sono raggi d’amore del tuo Gesù. Questi raggi ti portano vita, pace e luce. E’ con questa luce che puoi vedere quanto bisogno hai di offrire al tuo Sposo Gesù dolore, molto dolore con grande riparazione. I crimini non diminuiscono, i crimini non cessano di aumentare. Oh, figlia, tanti sacrilegi, tante iniquità! (...)” S (19-8-49) “Figlia mia, figlia mia, vengo con il fuoco del mio amore a riscaldarti il cuore, a darti vita, a provarti che sono con te. (...)” S (4-3-50) Occorre tener presente, però, una cosa essenziale: tutte le grazie che Alexandrina riceve non sono finalizzate a lei, ma alla missione alla quale è chiamata. Alexandrina deve trasmettere all’umanità l’amore, la vita di Gesù: “Porta il mio amore, porta la mia pace. Va’ a darla alle anime: ti ho creata per loro e per loro ti ho fatta potente”. S (23-4-48) “Porta il mio divino amore, va a diffonderlo. Infondilo nelle anime, fallo passare nei cuori come frecce” S (25-3-49) Dal centro del Cuore di Gesù vidi uscire delle fiamme di fuoco che lo irradiavano tutto. Gli domandai: “Che fuoco è questo, Gesù?” “E’ il fuoco del mio divino amore. E’ il fuoco, figlia mia, è l’amore che io, attraverso te, do al mondo, do alle anime. Diffondilo, diffondilo!”S (21-7-50) Vedevo il suo divin costato aperto e aperto il suo divin Cuore. Da esso usciva una pioggia d’oro che, invece di cadere in basso, veniva incontro al mio cuore. Quanta più pioggia usciva dal Cuore di Gesù, tanto più il mio cuore si riempiva, più luce possedevo, fuoco più intenso mi bruciava. “Sto ardendo, mio Gesù: sii Tu benedetto per avermi dato tanto! Fa’ che io sappia distribuire come piace a Te!” S (16-6-50) “Io sono la risurrezione e la vita (appena finito di rivivere la Passione).E tu, a somiglianza di Gesù, tuo Sposo, sei risurrezione e vita per molte anime, per migliaia, per milioni e milioni di anime”. Mentre Gesù parlava di milioni, pareva che la sua voce si diffondesse lontano e che fosse un non finire, un non finire mai. Prese nelle sue sacrosante mani il suo divin Cuore come se fosse un ostensorio pieno di raggi dorati e cominciò a benedirmi da cima a fondo. I raggi che scendevano da esso attraversarono tutto il mio essere. Mi pareva di vedere me stessa tutta luce da una parte all’altra (verme a mim mesma toda luz, dum lado ao outro).Rimasi come ad ardere nel fuoco. “Riempiti, figlia mia, di ciò che è divino, riempiti del mio amore! La mia grazia e tutto ciò che è mio devono trasparire da te e vedersi come in uno specchio cristallino. S (23-2-51) Gesù esprime con una incisiva sintesi la missione di Alexandrina: “Riempiti per riempire, infiammati per infiammare! S (10-9-48) La consegna dell’umanità Alexandrina, nel suo compito di trasmettere alle anime quanto riceve da Gesù, viene raffigurata come “madre dell’umanità”, perché la nutre e la salva. All’estasi del giorno dell’Immacolata del 1944 è presente anche la Madre, sebbene sia venerdì. Gesù dice: “Figliolina mia, è con me mia Madre benedetta; ascolta ciò che ti dice”. “Figlia mia, vengo con il mio divin Figlio a consegnarti l’umanità e a chiuderla nel tuo cuore. Le chiavi restano in mano a Gesù e alla tua cara Mammina. (...) Sei regina dei peccatori, del mondo, scelta da Gesù e da Maria. Oggi, giorno della mia Immacolata Concezione, ti facciamo la consegna del tuo possedimento regale. Da oggi è tuo. Guidalo, custodiscilo. Custodiscilo sulla Terra così come dopo lo custodirai e guiderai dal Cielo. Ho scelto questo giorno festivo in mio onore, perché in unione a me sia festeggiato il giorno in cui ti venne consegnato il regno dell’umanità. (...)” Mammina continuò: “Figliolina amata, cara al mio Gesù, ricevi la Vita della quale vivi, ricevi la Vita del Cielo. Ricevila e dàlla alle anime”. (...) Ricevetti nuove carezze da Gesù e da Mammina. Feci loro la consegna di me stessa, di coloro che mi sono cari e infine del mondo intero, includendo quelli che mi fanno più soffrire. “Mammina, vi faccio la consegna dell’umanità: custoditela, perché è vostra; salvatela! Solo Voi potete.(...)” S (8-12-44) Questa maternità la fa soffrire molto. A più riprese ne accenna. Per esempio, circa due mesi dopo detta nel diario: Devo trasformare questa roccia: da pietra dura trasformarla in pietre preziose, in oro fino. (...) Devo smuoverla, devo disfarla, devo fare di essa un mondo bello, gradito a Gesù, un mondo di incanti per tutto il Cielo. “O Gesù, guardate questa folle d’amore, guardate il martirio che la consuma! Cosa devo fare per il mondo? In quale modo devo trasformarlo? In quale modo consolerò e rallegrerò il vostro Cuore? (...)” S (15-2-45) Circa un mese dopo dà sfogo al suo dolore. Ho fame, molta fame di anime. Vorrei inghiottire il mondo. Mi sento sempre più madre sua. Quale follia d’amore, la mia, per quel mondo che è inganno, fango. immondezza! Sono madre, ma oh, che madre folle! Sono madre che piange la perdita dei suoi figli, sono madre che non può sopportare di vederli in tanto disordine, in tanta miseria, in tanti crimini. Ah, mio Gesù, cosa ho da fare? Cosa posso fare? Sono madre che piange tanto, ma lacrime di sangue che bagnano tutta l’umanità. Non posso resistere a tanto dolore, non posso darmi pace! Voglio salvare il mondo, voglio soffrire tutto, voglio dare la vita per lui! (...) S (6-3-45) |
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