« ALEXANDRINA,
VOGLIO IMPARARE DA TE! »
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Tra le varie estasi
nelle quali Alexandrina rivive la Passione, molte riguardano la Cena, con
l’istituzione dell’Eucaristia, “il
più
grande dei miei Sacramenti, il più grande miracolo della mia sapienza”, le dice
Gesù.
Alexandrina ne esprime il significato più profondo e vasto.
Che notte, che
santa notte! La più grande di tutte le notti.
La notte del più
grande miracolo, del più grande amore di Gesù. S (08-03-45)
Vidi il dolce Gesù
benedire il pane che sarebbe stato la nostra Eucaristia. S (11--04-47).
Il Volto era tanto
infiammato che pareva avere in sé, più che una somiglianza nostra, soltanto la
vita del Cielo.
Non pareva più
uomo, ma soltanto Dio. amore, solo amore. S (30-04-48)
Fu tale la luce,
tale l’amore, che pervase tutti: Gesù, gli apostoli e me. S (15-11-46)
E, in quel momento
di amore e di meraviglia senza pari, sentii che il mondo era diverso :
Gesù si dava a lui
in alimento: partiva per il Cielo e restava nel mondo.
Quell’amore si
estese su tutta l’umanità.Ss (02-08-46)
Come Gesù amò!Come
ama!
Non desidera altro
se non che viviamo di Lui e per Lui. S (20-05-49)
Chi ama desidera essere ricambiato nel suo amore!
Ecco che Gesù dice ad Alexandrina:
“Figlia mia, fa’
che io sia amato, consolato e riparato nella mia Eucaristia”.
E, al riguardo,
propone una devozione particolare, con una promessa:
“Dì in mio nome che
prometto il Cielo a quanti faranno bene la Santa Comunione, con sincera umiltà,
fervore e amore per 6 primi giovedì del mese consecutivi e passeranno un’ora
di adorazione davanti al mio tabernacolo in intima unione con me.
E’ per onorare
attraverso l’Eucaristia le mie sante piaghe, onorando per prima quella della mia
sacra spalla, così poco ricordata.
Coloro che al
ricordo delle piaghe uniranno quello dei dolori di mia Madre benedetta, e per
essi ci chiederanno grazie sia spirituali che corporali, hanno la mia promessa
che saranno accordate, purchè non siano di dànno alle loro anime.
Nel momento della
loro morte, condurrò con me la mia santissima Madre per difenderli” S (
25-02-49)
Nei brani seguenti Alexandrina tenta di descrivere ciò che
prova, appena ricevuto il tanto Sospirato.
Sono sentimenti diversi a seconda del momento : della sua
situazione esistenziale e della volontà di Gesù. Alcuni ci sono di esempio;
altri di conforto, trovandoci noi stessi in situazioni analoghe.
Fatta la
S.Comunione, sentivo una grande unione con il Signore e, dopo, un forte calore
e una forza che mi abbracciava.
Passai così alcuni
momenti e alla fine il Signore mi parlò:
“Io vengo a te
perché tu sii unita tutta a me.
Perché tanto
scoraggiamento?”L (25-06-35)
La giornata di oggi
spuntò per me tristissima.
Nel ricevere Gesù,
il mio dolore venne soavizzato, la tristezza scomparve. L (02-11-40)
Alla fine della
S.Comunione, come mi sentivo bene col Signore! Che unione tanto grande!
Io dicevo al mio
caro Gesù:
“Come è consolante
la tua pace! Come è consolante amarti!”
E così mi
intrattenni un po’ di tempo col mio Gesù. L (18-07-35)
Mi causa tristezza
e dolore il modo in cui Lo ricevetti oggi. Mi dimenticai subito della sua visita
divina. Non ho amore per Lui! L.(29.09-40)
Ricevetti Gesù con
gelo, ma un gelo che fa gelare tutto!
Il mio cuore e la
mia anima si torcono e ritorcono per l’afflizione. L (28-12-39)
Sentii Gesù
inondare la mia anima con la sua presenza reale. Mi diede forza per cantare e
pregare fino al tardo pomeriggio. L (02-05-41)
Finalmente venne
Gesù, scese al mio povereo e indegno cuore, mi fece subito sentire che era Lui.
Mi riempì; il mio
cuore divenne tanto grande! Pareva non starmi nel petto: era come se avessi in
me tutta la volta del cielo. S (06-09-47)
Entrò l’ospite
divino e, senza badare a tanta miseria e indifferenza, non rifiutò di scendere
nel mio cuore.
Dopo alcuni
momenti, io ero un’altra: il Cielo si chinò su di me, rimase unito alla Terra,
mi assorbì in sé.
La mia anima si
illuminò: io ero grande, grande come Dio.
Gesù nel mio cuore
mi parlò:
“Figlia mia, figlia
mia, sei immersa , sei imbevuta nell’amore di Gesù”. S (04-08-51)
Dovremmo ricordare sempre una verità sconvolgente: la Comunione
ci trasforma in Colui che prendiamo. E’ nota la invocazione di S.Agostino:
“O Padre, la
partecipazione al tuo Sacramento ci inserisca come membra vive nel Cristo tuo
Figlio, affinchè siamo trasformati in Colui che abbiamo ricevuto”. (orazione
dopo la S.Comunione , nella S.Messa di S.Agostino).
Venne il mio Gesù.
Appena entrato in me, dissipò le tenebre: tutto il mio interiore rimase
illuminato dal suo amore, dalla sua pace.
Divenni un’altra.
Allora potevo proprio dire:
“Non sono io che
vivo, ma Gesù” S (01-03-47).
Ricordiamo la nota
affermazione di S.Paolo : “Non sono più io che vivo, ma Cristo che vive in
me” ( Gal, 2,20)
Concludiamo con due
brani che mettono in evidenza come, non soltanto l’anima anela all’unione col
suo Amato, ma Gesù stesso ha ansie d’amore e anela ad unirsi alla sua creatura,
a possederla interamente.
Un giorno le
portano inaspettatamente l’Eucaristia.
E’ indicibile la
gioia che sentii e, nello stesso tempo, la confusione.
Gioia perché era
arrivato il Sospirato nella mia anima e confusione per tanti doni ricevuti.
Come Gesù è buono!
Non rifiuta di venire al mio nulla, alla mia miseria!
Appena entrato nel
mio cuore, mi parlò così:
“Figlia mia, figlia
mia, non posso vivere senza dimorare nel tuo cuore.
E’ vero che abito
sempre in te, ma ora sono venuto più reale, in corpo e spirito” L (12-09-41)
Lo ricevetti nel
mio cuore ed Egli subito mi confortò con queste parole:
“Che amore, che
amore, che eccessi di amore io ho per te, che prodigi di amore, figlia mia!
Tu sospiravi di
avermi nel mio cuore, e io sospiravo di possedere tutto il tuo”. L (12-09-41)
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