Alexandrina de Balasar

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MISTICA IDENTIFICAZIONE CON GESU’

 

Per aver luce nella comprensione di quanto segue è bene tener presente alcuni dei fenomeni mistici straordinari vissuti da Alexandrina.

1- il rivivere la Passione nei tre campi: fisico, morale, spirituale

2- il sopravvivere in digiuno completo durante gli ultimi 13 anni di vita

3- il ricevere trasfusioni di sangue da Gesù (fenomeno questo unico fino ad ora ).

 

Tra i pezzii scelti per il nostro studio non compaiono quelli relativi alle estasi della Passione rivissuta da Alexandrina, eccettuati gli ultimi tre, perché questo è un fenomeno limitato al momento dell’estasi.

Quelli scelti, tra i numerosissimi disseminati lungo gli anni, descrivono estasi che prospettano una situazione esistenziale reale che continua dopo l’estasi.

Tali estasi avvengono solitamente o dopo l’estasi della Passione, o dopo una trasfusione di sangue, sempre accompagnata da effusione d’amore, o dopo una Co munione.

Il primo accenno si ha nel 41, con una vera e propria affermazione precisa di Gesù

“Figlia mia , (...) la tua vita è divina. E’ del cielo e non della terra.

Ti ho dato la crocifissione perché tu mi dessi anime. Tu sei un angelo di purezza, un serafino d’amore.(...)”

L (3-10-41)

Ma già fin dal 1939, in uno struggimento di sofferenza, Alexandrina  esprime il suo anelito ad una unione profonda totale col suo Amato:

Quando rimasi sola, non potei trattenere le lacrime e mentre piangevo dicevo al Signore:

“Gesù, io sono con Te in ogni luogo dove abiti sacramentato. Ascolta, Gesù, è come se io stessi là in corpo, anima e cuore. Ma, ancora di più: sto con Te nella pisside; di più, Gesù, di più: sto con Te in ogni Ostia dove stai sacramentato.

E’ così unita a Te, trasformata in Te, che io voglio piangere le mie lacrime. E’ per tuo amore che le verso. (...) Dammi luce per soffrire come vuoi Tu, solo col fine di salvarti anime e di amarti con un amore puro e ardente come (quello dei) serafini”.L (13-12-39)

 

Proseguono i pezzi in ordine cronologico.

“Figlia mia, amore, amore, amore! Il tuo cuore e il mio sono uno solo: sei tutta trasformata in Me. Sono Io la tua vita. Non hai vita umana, hai la vita divina; non hai la vita della terra: vivi la vita del cielo.(da più di un anno è iniziato il digiuno totale).

La tua vita avrà sempre spine; una spina trapasserà un’altra spina e, così crocifissa a mia somiglianza, passerai al cielo inchiodata sulla croce per amore a Me.

Chiedimi, figlia mia, chiedimi ciò che vorrai in nome del mio divino sangue e in nome dei dolori di mia Madre santissima: tutto otterrai”.S (18-9-43)

Il suo grande martirio le ha ottenuto un così forte potere di mediatrice, come abbiamo detto a proposito della conformità (P.II, C.2)

 

“Gesù, mi arde tanto il cuore!”

“ Gioiscine, figlia amata: ti brucia il mio divino amore.

Sei perla di virtù, scrigno d’amore. Sei perla di purezza, sei un gioiello delle ricchezze divine.

Io sono tuo, tutto tuo. Ti posseggo interamente (Sou teu, todo teu, possuo-te a ti inteiramente).”

“Grazie, grazie, mio Gesù! ”  S (25-5-45)

“O bella, o pura, o eroina amata, balsamo delle mie piaghe, medicina delle anime! Mi hai tutto in te e per te. Nel tuo cuore sta il mio, nella tua intelligenza sta la mia, nelle tue labbra, nelle tue parole stanno le mie.

Tutto il tuo essere è Cristo: hai la vita di Cristo. Chi vive con te vive con Gesù, chi si occupa di te si occupa di Gesù.

Dònati al mondo, dònati alle anime.” S  (7-7-45)

“(...) Sposa mia, sposa mia, mia regina, tu vivi di Me: sono trasformato in te. Ecco perché la tua vita è divina.

Tutti coloro che toccheranno il tuo corpo, contempleranno i tuoi sguardi, i tuoi sorrisi, da te riceveranno la mia vita divina con tutta l’abbondanza. Nel tuo corpo sta Cristo; nei tuoi sguardi, nei tuoi sorrisi Cristo sta.

Tutti quelli che ti toccheranno e contempleranno riceveranno ricchezze divine per le loro anime. Gli assetati di Me si incendieranno nel mio amore; i peccatori laveranno e purificheranno le loro anime.

Tu sei la fontana e Io sono l’acqua che scorre in essa, che lava e purifica.  S (1-9-45)

Gesù le dice: “Sei un giardino di virtù, sei un cuore solo d’amore. Ricevi i lacci del mio Cuore. Cattura le anime e legale a Me.

Va’, tortorella dei tabernacoli, tortorella delle prigioni divine, canta con gioia il tuo inno di dolore che sale al Cielo come inno del più grande amore!

Sei mia e Io sono tuo. Io non posso darmi di più a te, né tu di più a Me. (...)”  S (10-5-46)

“Figlia mia, figlia mia, per soavizzare il dolore del tuo cuore, sperimenta, gusta per un poco la dolcezza e la tenerezza del mio Cuore: tu mi trovi, tu mi possiedi.

L’anima che arriverà a possedermi (que houver de possuir-Me) veramente deve avere la sensazione di non trovarmi mai.

Tu mi possiedi:  Io sono tuo, tu sei mia, e per sempre! Io sono la tua vita: tu vivi di Me.

Dì, scrivi: te lo ordina Gesù. Dillo, perché sappiano: tu sei la mia sposa e Io il tuo Sposo.

Che puoi desiderare di più, se hai Me? Quale vita migliore puoi avere, se vivi di Gesù?

Dillo, perché comprendano.

Per te faccio di più di quanto feci nel deserto: ti do la mia carne (nell’Eucaristia), ti do il mio sangue. E questo non è vita migliore, manna migliore, più dolce della manna del deserto?

Dandomi tutto a te, non ti lascio senza conforto”.  S (28-6-46)

“(...) Ho trovato in te un cuore forte e generoso. E’ con questo cuore che Io salvo il mondo. (come anima-vittima continua la redenzione).

Tu ormai non vivi: vivo Io, vive Cristo.(...) E’ Cristo crocifisso in te. Ti ho amato tanto da farti simile a Me fino a questo punto!

Quando cominciai a farti vivere senza alimentazione, già avevo in vista il tuo doloroso martirio per soccorre-re le anime”.

“Solo Tu sai, Gesù, le mie nostalgie di cibo e quanto mi costa. Sia fatta la tua volontà. Sii Tu il mio Amore”.

“Perché non cessi di esistere il tuo sangue (ha molte per-dite di sangue, per 3 mesi giornaliere nel 1945)  e sempre scorra nelle tue vene il sangue di Cristo, ti faccio una nuova trasfusione, affinchè Cristo viva nella sua croci-fissa e la sua crocifissa in Cristo. S (19-7-46)

Venne il mio Gesù (dopo la Comunione). Appena entrato in me dissipò le tenebre: tutto il mio interiore rimase illuminato dal suo amore, dalla sua pace. Diventai un’altra. Ora ben potevo dire: non sono io che vivo, ma Gesù (vd. Gal 2,20)

Mi parlò: “Figlia mia, sono qui, eccomi nel tuo cuore per confortarti e darti vita. Ascoltami! Voglio dirti, voglio affermarti che Io ti amo e tu mi ami, che sei nella verità (teme sempre di ingannarsi)  e che tutto fai e soffri come voglio Io. (...)”  S (1-3-47)

“Con il sorriso e l’amore alla croce, tutto sopporti e sei vittoriosa nel tuo calvario. Confida, figlia mia, confida, figlia cara, confida che Io ti amo e che tu mi ami molto, tanto da non potermi amare di più.(...)”

Segue una trasfusione di sangue. Fu come un fuoco che mi incendiò tutta. (...) In questa stretta unione, dopo un po' di silenzio, mentre le fiamme continuavano a bruciar-mi, Egli mi disse:

“E’ fuoco, è fuoco, è amore, amore divino, figlia mia! Due cuori in un solo cuore, due vite in una sola vita: è Gesù che con la sua crocifissione salva il mondo. Soccorrilo, soccorrilo, sposa cara! Soccorrilo, che è tuo: te l’ho consegnato. Salvalo, o salva le anime, perché i corpi devono essere castigati. (...) Va’ con gioia alla tua croce. Va’ a diffondere il bene, va’ ad infondere amore!” (...)   S (12-12-47)

Appena finito il dramma della Passione. Venne Gesù, ripresi nuova vita e lo udii dirmi:

“Figlia mia, figlia mia, mi do a te interamente: è tua la mia carne, è tuo il mio sangue, è tua tutta la mia vita divina, è la vita che tu vivi. Io sono tuo, interamente tuo e tu sei mia, solo mia, tutta mia.

Tu sei, sposa cara, il faro del mondo, il faro delle anime: sei tu che le guidi a Me.

Che grazia, la tua: stare sulla croce ed essere destinata a disimpegnare tanto alta missione!” S (6-2-48)

Dopo la Passione. Regnò la morte, ma ben presto tornò a regnare la vita. Venne Gesù. Con un piccolo raggio di luce dissipò le tenebre e mi disse:

“Coraggio, coraggio, figlia mia, la tua anima non è morta, vive. Non vivi tu, vive Gesù; non è la vita del mondo, ma la vita divina.(...)

La vittima del Calvario (frazione di Balasar dove vive Alexandrina) è il ritratto del Crocifisso del Golgota: non sei tu a vivere, ma è Cristo che vive in te.(...)” S (21-5-48)

“Figlia mia, figlia mia, sai chi ti chiama (dopo la Passio-

ne), chi è disceso nel tuo cuore a cercare gioia, a deli-ziarsi in esso? E’ il Gesù dei tuoi sguardi, il Gesù dei tuoi sorrisi, il Gesù del tuo soffrire, della tua croce, il Gesù del tuo vivere, soprattutto il Gesù di tutto il tuo amore  (...)”  S (30-7-48)

“Io sono la luce dei tuoi occhi, il movimento delle tue labbra, l’amore e il Signore del tuo cuore”.  S (3-9-48)

Trascorso un po’ di tempo (dopo la Passione). udii che Egli mi diceva:

“Figlia mia, figlia mia, è tuo il mio Cuore e, anche, il tuo è mio. E’ tuo il mio pieno di amore per amarti e perchè tu utilizzi per te e per le anime tutti i miei divini tesori.

Il mio Cuore ti ama, ti ama con amore di predilezione, con amore infinito. Il tuo cuore è mio. Non ti dico che l’ho scelto perché da sempre mi appartiene: per mia grazia, mai hai perso la grazia, mai ti sei separata da Me per il peccato.

Tu mi ami. Confida, figlia mia, che mi ami nella stessa unione che hai vissuta con Me.

Lascia che questa spada che mi ferisce (il Cuore) ferisca anche il tuo: noi due nello stesso dolore, nello stesso amore”. S (24-9-48)

 

Nel seguente pezzo si vede chiaramente l’identificazio-

ne come effetto della piena conformità. (P II, cap. 2)

“Mio Gesù, Ti chiedo il tuo amore, la grazia di soffrire bene e di non peccare mai: voglio compiere in tutto la tua volontà, voglio essere fedele ai tuoi desideri. Null’altro mi interessa: disponi di me come ti piacerà”.

Quando parlavo così, cominciai a sentirmi un’altra: non ero io. Rimasi immersa in Gesù: mi sentivo nella stessa Ostia con Lui.

Udii la sua voce divina dirmi:

“Figlia mia, figlia mia, sempre nella croce con Me, sempre con Me nella mia Eucaristia: la croce è segno di redenzione, l’Eucaristia è amore.(...)” S (2-10-48)

 

Qui si vede l‘anima ormai distaccata da tutto ciò che è terreno.

Venne di nuovo (Gesù). Diede vita al mio stato mortale (finita la Passione), diede luce alla mia anima e mi disse:

“Figlia mia, figlia mia, ti do la mia pace, la pace di Dio, la pace di Gesù Cristo, la pace della divina Trinità che ha fatto del tuo petto il cielo, del tuo cuore il trono.(...)

Ti do la pace per conforto. La gioia, la consolazione lasciale a Me, lasciale al mio divin Cuore tanto ferito (...) Soffri, soffri con gioia! Io ti prometto che non starai qui per molto tempo: il cielo ti è molto prossimo.

Tu non avrai più sulla terra né consolazione né gioia. Non voglio dire che non avrai da Me cose che ti possano dare gioia, ma lo stato della tua anima non la riceve più.

Sai perché? L’anima che si è elevata alle sfere più alte ha avuto da Me un taglio totale (sofreu de Mim um corte total): Io solo le basto, solo per Me sospira, solo in Me, nelle mie cose trova gioia. Tutto ti sarà indifferente, qualsiasi cosa avvenga.[1] La consolazione sarà tutta per Me.

Sulle tue labbra avrai il mio sorriso, nel tuo cuore il dolore del mio divin Cuore. Tu non puoi cessare di soffrire, come non puoi cessare di amare.” S (15-10-48)

 “Vengo a chiederti amore: amami, amami e fa’ che Io sia amato.

Come la malvagità ha raggiunto il suo massimo, così voglio che lo raggiunga l’amore. Amami , amami e fa’ che Io sia amato affinchè possa dimenticare tanti crimini e tante malvagità. (...)

Tu mi ami molto e sei da Me amata molto. Mi dài molta riparazione. Molte anime ricevono grazie per mezzo tuo.

Ti ho fatta portatrice di tutta la mia santa Passione. Ho fatto del tuo corpo e della tua anima il corpo e l’anima di un altro Cristo. Mi sono rivestito di te per continuare la mia opera di salvezza.

Perché le anime, attraverso te, ricevessero ancora di più, ti ho fatto la promessa dei (primi) 6 giovedì. [2]

Vi ho unito ciò che vi è di più prezioso: le mie piaghe oltre all’Eucaristia e ai dolori di mia Madre benedetta. Sono state la tua follìa d’amore a tutto e la mia follìa d’amore alle anime ad obbligarmi a fare così.

Amami, amami e ricevi il mio divino amore”.(...)

“Mio Gesù, mio Gesù, Tu mi chiedi amore e, siccome io non ne ho da darti, dammelo Tu, e con tanta abbondanza da sembrare che Tu non veda la mia miseria né che Tu sappia che cosa sono io”.

Gesù sorrise, mi accarezzò con molta dolcezza e mi disse:

“Tu mi ami molto, figlia mia. Se tu non mi amassi, non saresti da me tanto favorita ed arricchita.

La tua miseria è il nascondiglio della mia grandezza. La mia vita divina in te si scopre appena per un piccolo lembo di velo alzato. Che cosa sarà mai tra poco!

Non dubitare delle mie parole: sono Io che vivo nella tua anima, sono Io che opero nella tua anima le più grandi meraviglie, le più affascinanti". S (4-3-49)

Dopo la Passione.  “Figlia mia, eccomi qui nel tuo cuore, non morto come tra le braccia di mia Madre, ma con tutta la mia vita reale, con tutta la mia vita divina.

Vengo a comunicartela perché tu non dubiti della tua vita, della vita che vivi, che è soltanto mia. Vengo a soavizzare il tuo dolore e a dirti che la tua vita, tutto ciò che avviene in te, è una lezione per il mondo, è la vita che più assomiglia alla vita di Cristo: è Cristo nei tuoi sguardi, è Cristo nelle tue labbra, è Cristo nei tuoi pensieri, nel tuo cuore e nella tua anima. E’ Cristo che vive e agisce in tutti i tuoi movimenti, in tutto il tuo vivere. Coraggio, figlia mia! E’ Cristo rivestito (di te), è Cristo impresso in tutte le tue membra, in tutto il tuo corpo, affinchè l’opera redentrice, l’opera di salvezza continui.

Cristo non può soffrire ora, ma è necessario che l’opera di salvezza continui in questi tempi di pazzia nei quali tutta l’umanità cammina traviata: è un incendio di vizi, è un mondo di crimini e di malvagità.

Offrimi dolore, offrimi dolore, figlia mia, lasciati immolare per riparare. (...) S (8-4-49)

E’ di tale intensità la fame di purezza e di amore che sento (due attributi essenziali per la unione trasformante in Gesù) che mi obbliga a ripetere molte volte:

“Non lasciarmi morire per questa fame che mi consuma, o mio Gesù!”

Fu affamata così che mi preparai a riceverlo questa mattina (nella comunione). Appena il mio Gesù scese nel mio cuore mi parve che me lo rubasse e al posto del cuore mi lasciasse un vuoto tanto grande che non lo potevo sopportare: nulla vi era che me lo riempisse. Rimasi ansimante. Allora sì che morivo di fame!

Passò del tempo prima che io possedessi Colui che tanto desideravo.

Udii la sua voce, la voce del mio Desiderato, dirmi:

“Figlia mia, figlia mia, sei tutta mia. E’ mio il tuo cuo-re: l’ho fuso col mio. I due sono uno solo.

Soltanto Io sono sufficiente per riempirti e soddisfare le tue brame d’amore. Il vuoto che ho fatto in te è per riempirti delle mie ricchezze, per darti la purezza, la dolcezza e l’amore che tanto desideri.

Mi consolo tanto nel vederti alla ricerca in queste ansie dolorose.

Riémpiti, perché tutto questo è la forza nel tuo dolore.

Tutto questo voglio che tu dia alle anime: sono folle d’amore per loro. (...) S (7-5-49)

Dopo una trasfusione.  “Abbi coraggio, figlia mia! Il tuo calvario è il calvario della mia più grande gloria, è calvario di salvezza. Le tue tenebre sono luce, la tua morte dà vita, il tuo nulla è tutto per la vita della grazia, per la vita dell’amore.

In te vive Cristo, la tua vita è la vita di Cristo. Tu non hai nulla perché ormai mi hai dato tutto. ( E’ arrivata al  “todo y nada”  di S. Giovanni della croce). E io tutto prendo in te prima che tu lo possa assaporare.

Sei mia, è per Me tutto il tuo vivere. Offrimi il tuo dolore, offrimi la tua croce.(...)”S (16-9-49)

Dopo la Passione. “Va’ a seminare, figlia mia: semina, coltiva, raccogli per Me. Io voglio le anime, voglio le anime e nulla di più posso fare per loro!

“Come, mio Gesù? Io non so seminare né raccogliere! Io non so portarti il frutto del tuo raccolto”.

“Lavora, che Io ti aiuterò. Io porrò sulle tue labbra le mie parole, nei tuoi sguardi i miei. Farò in modo che il tuo lavoro sia fecondato e per mezzo tuo il mio amore sia dato ai cuori e alle anime. Lavora, mia missionaria, missionaria dei missionari. E’ potente il tuo dolore: darai luce con la luce di Gesù.(...)” S (2-6-50)

Egli venne (nella Comunione), entrò nel mio cuore e, subito appena entrato, trasformò il mio cuore nel suo unendoli e legandoli non so con che cosa: io sentii come se fosse un solo cuore.

Mi disse: “Figlia mia, figlia mia, quale unione quella dei nostri cuori! Nulla vi è che ci separi. Soffriamo nello stesso dolore, amiamo nello stesso amore. Io sono uno con te. Vivo in te la stessa vita che vivo con il Padre e sono con te uno come con il Padre.(Eu sou um contigo, vivo em ti a mesma vida que vivo com o Pai e como sou um com Ele). Venni sulla terra per il Padre e in nome del Padre a riscattare il mondo.Tu in mio nome, in Me e per Me continui la mia opera di salvezza.

Fa’ soltanto la mia divina volontà senza la minima preoccupazione per la tua vita. Devi volere soltanto ciò che voglio Io. Confida, in Me, confida in Me!

Io non mi separo da te: fingo solo di abbandonarti, come ha fatto il mio Eterno Padre nell’Orto e sul Cal-vario.

E’ la vita di Cristo che tu vivi, è l’opera di Cristo la tua missione sulla terra. Soffri e ama!

Le anime, grazie a te, sono salve a migliaia, a milioni, a milioni. (...)” S (1-7-50)

Gesù ha spalmato balsamo sulle sue piaghe occulte ma tanto dolorose. Poi trasse dalle sue labbra nuovo balsamo che passò alle mie, aggiungendo:

“Questo balsamo è perché le tue labbra si fortifichino e possano muoversi per parlare alle anime del mio amore e per consigliarle, con la luce del divino Spirito Santo, a riconciliarsi con Me, a seguire la mia legge.

Beate quelle che vengono presso di te, che i tuoi occhi fissano: sono i miei sguardi su di loro, sono le mie te-nerezze, è la mia compassione. Ti ho creata per loro, per questa sublime missione.

Abbi coraggio: la tua vita fu scelta da Me, la tua croce è di salvezza. (...)” S (1-9-50)

Dopo la Passione. (...) Entrò nel mio corpo una luce che lo illuminò e, come il sole attraverso una vetrata, gli diede vita. Subito udii la voce di Gesù che  mi diceva:

“Figlia mia, ho dato vita al tuo corpo, gli ho fatto ciò che feci al mio quando risuscitai glorioso: gli ho dato luce, gli ho dato la mia vita, perché la vita che vivi non è tua: tu vivi la mia vita, ed è per questo che non sai nè puoi vivere (que nao sabes nem podes viver).Ti ho dato la mia vita perché tu continui a disimpegnare la tua missione, vivendo la vita di Cristo sulla terra.

La somiglianza della mia vita in te, la completa vita di Cristo si fa vedere più chiaramente di tutte le cose in uno specchio cristallino.

(mostra-se mais claramente do que todas as coisas em espelho cristalino). Confida, confida: la tua vita fu scelta da Me. (...) S (8-9-50)

Dopo la Passione. Venne Gesù con la sua grandezza, mi fece grande come Lui e mi disse:

“Figlia mia, mia cara figlia, vengo a te con la mia grandezza, con il mio potere, con la mia sapienza e con i te-sori e l’amore infinito del mio divin Cuore. Arricchisco il tuo e te lo incendio.

Ti faccio grande con la mia grandezza, potente con il mio potere, sapiente con la mia sapienza, ricca con la mia ricchezza, infiammata con il mio amore. Diffondilo, appiccalo ai cuori incendiandoli.

Abbi coraggio! Non temere la tua ignoranza.

La tua vita è (opera della) grande sapienza che mostra la mia vita divina in te. E’ per questo che tu non vivi né sai vivere, perché non sei più tu che vivi: sono Io che vivo, sono Io che opero in te le più grandi meraviglie, i più grandi prodigi. La tua ignoranza ti tiene nascoste le mie meraviglie, le più grandi meraviglie dell’Altissimo nelle sue creature.

Tu sei sempre esistita nella mente di Dio per compiere la più nobile missione che una vittima può compiere sulla terra.(...)” S (6-10-50)

Contemplando il Cuore trafitto di Gesù, Alexandrina dice:

“Sono stata forse io, mio Gesù, con i miei peccati a ferirti così?” (...)

“E’ tua solo la sensazione, ma non la cattiveria. Sono i crimini del mondo che lacerano ad ogni istante questo Cuore, che solo seppe e sa amare.

Ti ho creata per il dolore e per l’amore : tu soffri con Me e con Me ami. (...)

Tu sei la copia più esatta della vita di Gesù crocifisso. Già te l’ho detto e torno a dirti: sei salita al più alto gra-do del dolore, come pure al più alto grado dell’amore.

Non è necessario che tu ti umilii: Io penetro in tutto ciò che tu senti (penetro em tudo o que tu sentes). Parlando di te, parlo di Me: tutta la tua vita è la mia”. S (22-12-50)

 

La identificazione di Alexandrina con Gesù è ricono-sciuta anche dalla Madre che, durante un’estasi, le di-ce:

“Io sarò, figlia mia, presso il tuo calvario ciò che fui in un’altra ora sul Calvario del mio Gesù presso la croce.

Sii sempre eroica e generosa: non negare nulla a Gesù. Le anime esigono così.

Tu vivi la sua vita: io in te vedo Lui ”.S (7-4-51)

Qui è Alexandrina stessa che parla del suo cuore.

Gesù e Mammina mi hanno chiesto altro dolore. (...) Io

sentivo di non aver nel cuore altro posto per altri strumenti di dolore, per altre spine. Ah, non ne avevo, no! Ma, pur soffrendo così, desideravo ardentemente di soffrire di più e di consegnarmi, di abbandonarmi a Gesù e a Mammina. E’ solo in questo abbandono che la mia vita ha vita e ha valore il mio dolore. Io non vivo, ma vivono questi Cuori divini. Io non posso nulla e non valgo nulla, ma possono e valgono tutto questi Amori ai quali totalmente mi consegno.

E’ una lotta, è una bufera senza fine: io non sono nulla e voglio tutto per Gesù, per suo amore e per amore alle anime.

Il mio cuore ha avuto quel fuoco, quelle fiamme che consumano: è fuoco che produce dolore (...) Il mio cuore pare non essere in me: vive nel Cuore di Dio, soffre nel Cuore di Dio, ama nel Cuore di Dio, trova gioia nel medesimo Cuore, vuole solo ciò che Lui vuole. Non so dire nulla di più.(Ricordiamo che ha l’obbligo di dettare i suoi sentimenti!). S (13-4-51)

Dopo la Passione.  Venne Gesù vittorioso, trionfante sulla morte. Portava nel suo santissimo corpo le piaghe aperte, ma era bellissimo: da Lui uscivano tanti raggi di sole quante piaghe aveva. Erano raggi molto splendenti che venivano verso di me. Quei raggi vennero a finire sui miei piedi, sulle mie mani e sul cuore penetrandomi ben profondamente.

Cominciai a sentire e a vedere che quegli stessi raggi si diffondevano da me sul mondo. Gesù mi disse:

“Figlia mia, le tue mani sono le mie mani, i tuoi piedi i miei piedi, il tuo cuore il mio divin Cuore. Tutto il tuo corpo (è) il mio sacrosanto corpo: è Cristo stampato in te, rivestito di te. Tu, tutta crocifissa, sei un altro Cri-sto: stai continuando la mia opera di redenzione, l’opera di salvezza.

Tutta la tua vita è la mia: chi tocca e bacia il tuo corpo tocca e bacia Gesù crocifisso.

Mediante le tue piaghe, mediante la tua crocifissione continui a dare al mondo, a dare alle anime ciò che in un’altra ora ho dato Io mediante le mie piaghe, mediante la mia crocifissione sul Calvario. (...)”  S (20-4-51)

Dopo la Passione.  “O Amore, o Amore, perché il dolore mi è scomparso, Gesù? (...)”

“Perché ti ho immersa, figlia mia, nell’abisso infinito del mio amore divino.

Tu sei tutta Cristo, sei tutta amore, sei tutta nel Cuore di Cristo: unione divina, unione infrangibile! Io nel tuo cuore, tu nel mio Cuore!"

“Sono un’altra, Gesù! Sono più forte. In questo momento vincerei mille mondi di dolore.

Come è grande, come è dolce, come è soave il tuo amore!” S (18-5-51)

Dopo la Passione. Egli venne e, molto triste ma con dolcezza, mi parlò nel cuore:

“Figlia mia, figlia mia, come sempre sono nel tuo cuore, ma ora in un modo più sensibile. Tu vivi con la mia vita, soffri con il mio dolore, ami con il mio
amore: vivi con la mia vita perché con essa ti faccio vivere; soffri con il mio dolore perché te lo faccio sentire perché sei vittima, per riparare; ami con il mio amore perchè te l’ho infuso nel cuore affinchè con esso tu mi ami e faccia che Io sia amato.(...)” S (23.11.51)

Dopo la Passione .Poco dopo trionfai sulla morte. Gesù mi riscaldò il cuore, mi fece vivere e mi disse:

“Figlia mia, figlia mia, il mio divin Cuore è grande e ricco, infinitamente grande, infinitamente ricco e fa grande, ricco, infinitamente grande, infinitamente ricco il tuo: le mie grandezze e ricchezze sono tue. 

La mia vita è la tua vita: sono Io che vivo in te.

Tu vivi la mia vita dolorosa e vivi la mia vita di trionfo. Vivi la vita dolorosa per riparare e consolarmi, vivi la vita di trionfo per onorarmi e lodarmi. Con Me tu trionfi nel dolore, nella immolazione, nel sacrificio; con Me tu trionfi in tutto e su tutto.(...)” S (15-2-52)

Dopo una trasfusione. “I nostri cuori sono rimasti un solo cuore.

Confida, confida, figlia mia, confida, innamorata dell’

Eucaristia. Io vado e rimango con te.

La tua vita è la vita di Cristo crocifisso: il tuo corpo è un altro corpo di Cristo piagato, dilacerato, tutto sanguinante

Coraggio, coraggio, figlia mia! Rimani nella tua croce: è croce di trionfo, è croce di salvezza. (...)” S (13-2-53)

Durante un’estasi pubblica. “(...) Io mi do, mi comunico alle anime attraverso te. Questo calvario, il tuo cuore hanno un fascino che le attira: tu sei la calamita che le attira, Io sono la calamita che attira te a Me. Portamele, portamele con te! (...) La tua sofferenza è la mia sofferenza, le mie ansie sono le tue ansie, il mio amore è il tuo amore: la tua vita è la mia vita, figlia mia, sì, la tua vita è la mia vita, è la vita di Gesù”. S (15-5-53)

Alla trasfusione. “Ricevi la goccia del mio divino sangue: siamo noi due a vivere la stessa vita. La mia carne è la tua carne, il mio sangue è il tuo sangue, il tuo cuore possiede le mie ricchezze infinite: tutto il mio amore divino da distribuire alle anime. Parla loro, parla loro, che il divino Spirito Santo è con te, parla in te. (...)  S (14-5-54)

Un po’ di tempo prima delle tre pomeridiane, forse un’ora  (è venerdì, momento della Passione) la mia anima fu corrosa da ogni specie di animali. Come se essa avesse vene, le laceravano e ne succhiavano tutto, tutto il sangue. Dolore e tormento infiniti, dolore che non so esprimere, tormento che la mia ignoranza non mi lascia descrivere.

In questa angustia venne Gesù. Mi chiamò, e il suo appello era pieno di dolcezza:

“Figlia mia, figlia mia, Gesù non è amato, il Signore non è servito. Gesù non è amato, il mondo non serve il suo Dio: ama se stesso e serve Satana.

Figlia mia, figlia mia, tu sei stata scelta da Me, sei stata scelta dal Cielo. La tua vita è la mia Passione che conti-nua. Ho scelto te, il Cielo ha scelto te perché tu assomigliassi a Me. La tua passione è la Passione mistica, ma è tale che rinserra in sé tutta la mia santa Passione.

Io vengo in questo giorno (venerdì),in questa ora perché fu il mio giorno, fu la mia ora.

La tua vita è legata alla vita di Dio. Vi è un legame: la vita della terra con la vita del Cielo, (E’ uma ligaçao: a vida da terra à vida do Céu.)

Vieni, figlia mia, vieni, riposa qui sul mio grembo”.

Seduta sul ciglio della strada  (Sentada à borda da e-

strada), reclinai la mia testa posandola sulle ginocchia di Gesù. Allora una colomba bianca svolazzava sul mio capo, sulle mie spalle e sul capo e sulle spalle di Gesù. Pareva che le stesse membra e le stesse vene ci legasse-ro e unissero entrambi.

“Figlia mia, è il divino Spirito Santo a darsi a te per parlare in te: è la vita del Cielo che ci unisce. E’con la sapienza del Cielo che tu parli alle anime per le quali sei stata scelta.

La mia Passione fu per dare la vita all’umanità e per aprirle il cielo. La tua passione, a somiglianza della mia, risuscita le anime morte per il peccato, apre loro il cielo che i loro crimini avevano chiuso.

Parla loro, parla loro, figlia mia. Io muovo le tue labbra.

E’per ben poco tempo: il cielo ti attende. S (24-9-54)

Dopo la Passione.  “Figlia mia, figlia mia, abbi coraggio! Tu sei corruzione e miseria perché sei vittima. (...) Gesù aprì il suo Cuore ed il mio come fossero due bor-se.  Con la sua mano divina passò dal suo Cuore al mio i suoi tesori, la sua grazia, tutto ciò che era suo.

Appena mi ebbe dato tutto, li chiuse. Lasciò nel centro del mio delle fiamme dorate come se fossero molte candele riunite; più in alto una corona risplendente circondava queste fiamme; più in alto ancora vi era un diadema pure dorato.

“Figlia mia, sposa diletta del mio divin Cuore, ho riempito il tuo cuore con le ricchezze del mio, ho lasciato in esso il fuoco di tutto il mio amore, la corona che ti cingerà, il diadema che ti adornerà in cielo. Ti arricchisco per le anime. Premio già in terra il tuo soffrire.

Coraggio! Dònati, immòlati! Dolore e amore, dolore e amore!

Tu sei l’innamorata folle delle anime che si purificano nelle fiamme del purgatorio. Alleviale, alleviale affin-chè presto salgano al cielo a lodarmi eternamente.

Tu sei tutta Cristo, sei tutta amore. Coraggio, coraggio! Ripeti il tuo <credo!>”.S (5-11-54)

“(...) Coraggio nei tuoi dubbi, nelle tue tenebre. I tuoi colloqui saranno ancora più dolorosi. Io verrò appena per confortarti a darti il mio sangue, a darti coraggio affinchè tu sopporti tutto e a ripeterti : sono qui, sono Gesù, sono con te.

Tu, sposa mia, vittima amata, non sentirai realmente la mia presenza in te. Devi credere senza amore, senza luce e senza fede. (Tens que acreditar sem amor, sem luz e sem fé).

Coraggio, coraggio! Credi, credi! Il mondo esige tutto”.

Gesù, mentre parlava, mi fece sentire e vedere che il mio cuore era realmente un tabernacolo della sua dimora, che il suo tabernacolo era anche la mia dimora, che io ero offerta al Padre nella stessa pisside con Lui, nella stessa Ostia ( que realmente o meu coraçao era um sacràrio da Sua habitaçao, que o Seu sacràrio era também a minha morada, o mesmo ciborio com Ele, a mesma hostia era oferecida ao Pai.)

La mia immolazione con Lui era continua.

Ebbi luce e visione chiara, comprensione completa di tutto questo.  S (14-1-55)

Io sentii la mia entrata nel Cuore divino di Gesù: mi pareva un tabernacolo. sentii pure che Egli impastava il mio cuore e il suo in una stessa massa: non era il mio cuore né il suo: erano i due uno solo. Rimasi più forte e confortata.

Gesù continuò: “Confida: tu vivi così sempre, vivi in questo tabernacolo divino come vivi nell’Ostia, nell’ Eucaristia con Me.

Tu non hai vita perché la vita che vivi è la mia. Abbi coraggio! Ripeti sempre il tuo <credo!>.

Dònati alle anime e riscalda col mio soffio divino l’u-manità. Questo soffio ha già percorso tutto il mondo; questi ha già ricevuto attraverso te il soffio della grazia, il soffio dell’amore. Proseguono fortunati coloro che ne traggono profitto”.S (20-5-55)

Gesù venne improvvisamente conducendo con sé il Padre e lo Spirito Santo.

“Figlia mia, lo Spirito Santo dilaterà il tuo cuore, amplierà la nostra dimora, mostrerà quanto ha lavorato in te”.

Venne quella bellissima colomba, preparò il suo nido, lo dilatò: divenne grande, divenne infinito. (...)

Entrarono il Padre e Gesù (...) Avevo luce, avevo pace.

“Infiammati, inébriati in questo Spirito divino, o sposa diletta. Tu vivi in Noi e Noi in te. Tu sei il tabernacolo della Santissima Trinità.

Ricevi la goccia del mio divino sangue. Vivi questa vita e falla vivere. Noi abitiamo in te.

Confida, abbi coraggio! Il massimo del tuo dolore è per riparare il massimo dei crimini.

Il tuo cielo è prossimo. La tua missione continuerà là. Il mondo sarà arricchito, molto arricchito da te”. S (3-6-55)

 

Sempre più acute, torturanti si fanno le tentazioni contro la fede.

“Gesù, credo, credo senza fede! Perdonami, Gesù, perdonami!”

“Coraggio, coraggio! Le tue ultime estasi saranno proprio del credere senza vedere, senza sentire. Io passo (presso di te) come se non passassi.

Bada: oggi, giorno del mio divin Cuore, rinnovo la mia offerta. Eccolo qui inserito nel tuo, pieno di tutto l’amore, di tutti i tesori che racchiude in sé. E’ la stessa vita: siamo noi due in un solo cuore.

Dà con abbondanza questo amore, questi tesori a coloro che ti stanno attorno, a coloro che ami e che lavorano per te e per Me. Dà loro in abbondanza tutto quanto desiderano; e poi, a tutto il mondo, a tutto il mondo che è tuo”.

Con questa offerta di Gesù il mio cuore si dilatò: era una sala infinita illuminata dalla luce di Gesù.

Sentii che la mia vita era la sua e che il suo sangue scorreva in me come acqua che scaturisce dalle rocce.

Gesù parlò di nuovo: “Figlia mia, questo sangue è il sangue della vita divina che tu vivi senza comprenderla. Ma ti do la goccia che sono solito darti perché tu viva la settimana, fortificata da essa”. (...)

Dopo di questo, Gesù chiamò Mammina ed Ella apparve subito. Teneva nelle mani il suo Cuore addolorato che subito, da Lei e da Gesù, fu inserito nei nostri cuori e rimanemmo noi 3 come in un mazzo.

Mammina mi abbracciò, mi accarezzò e mi disse:

“Fa’ l’offerta di quello che è mio come fai di quello che è di Gesù. La mia vita è la vostra vita.

Non negare nulla a Gesù. Abbi coraggio, abbi coraggio!

Agonizza tu di dolore perchè il mondo non agonizzi nella morte eterna”.

Nuove carezze ed il congedo. (...) S (17-6-55)

“I nostri cuori sempre in un solo cuore, le nostre vite in la una sola vita. Tu ti alimenti di Me, vivi la vita del cielo.

Coraggio, coraggio nel massimo del tuo martirio, nell’ultima fase della tua vita!

Bada al mondo che è tuo! Soccorrilo, soccorri le anime”. S (29-7-55)

Dopo una trasfusione. “I nostri cuori sono uniti. E’ passato (a te) il mio sangue, la mia vita.

Tu stai sulla terra vivendo del cielo. Dà questa vita alle anime. Avanti nella tua missione!

Subito dopo il tuo passaggio al cielo presso il trono della Santissima Trinità, subito farai implorazioni, subito

farai discendere rugiade feconde, piogge di benedizioni e di grazie.

Confida, confida! Ripeti il tuo <credo!>, senza vita. senza luce, senza fede”. S (5-8-55)

 

I seguenti 3 pezzi  descrivono momenti vissuti durante  estasi della Passione nella nella seconda forma, ossia tutta intima, senza mimica.

 

Durante l’agonia nell’Orto

Io ero Gesù e Gesù era me.

Noi due eravamo la medesima offerta al Cielo.  S (15-8-45)

In alto sulla croce, tutto il mio essere si trasformò in Cristo. Mi sentii tanto imbevuta in Lui che non vi era nulla in me che non fosse suo. Mi pareva che Gesù fosse entrato in me con più intensità dei raggi di sole  attraverso una vetrata. Io non avevo occhi, né orecchi, pensieri, labbra, cuore che non fossero quelli di Gesù. Soffrivo con Lui, o meglio, Egli soffriva in me, soffri-va solo Lui.

In un grido dolorosissimo fissai gli occhi al Cielo. Il cuore pronunciò le parole: “Consummatum est”. S (30-3-51)

Mi incamminai al Calvario. Là andò il mio cuore per andare incontro alla morte, per darsi tutto, tutto ed essere la vita. (...)

Andai alla croce di Gesù, mi abbracciai al suo piede, lo irrigai con le mie lacrime, piansi le mie colpe. Gesù mi lavava col suo sangue. Quanto più ero da Lui lavata, tanto più salivo verso di Lui, tanto più il suo divino amore mi penetrava fino a che divenni tutta Cristo: lo stesso dolore, le stesse piaghe (ricordiamo che da anni soffre per le piaghe occulte), la stessa agonia, lo stesso amore.

Non ero io a consegnarmi: era Lui in me a consegnarmi al Padre.

Il mio povero cuore ricevette le lanciate che trafissero quello di Gesù. Lanciate, queste, che ci avrebbero feri-to per tutti i tempi.

Per tale crudeltà Gesù gridò tanto forte da far tremare il cielo e la terra. Si ebbe in quel momento una tale fusione che i due divennero uno solo.

Gesù spirò. Si riconciliò il cielo con la terra.

Ormai tutti potevamo vivere la stessa vita.

Dopo brevi istanti, Gesù venne come Signore e Posses-sore di tutto. Entrò nel mio cuore come in una sua dimo ra trionfando nel più grande trionfo. Mi fece sentire il suo amore, mi irradiò con la sua luce, mi inondò con la sua pace e mi parlò così:

“Il Cuore divino di Gesù trabocca d’amore, lancia come delle faville su tutta la terra, su tutti i cuori e tutte le anime le stesse fiamme, lo stesso incendio d’amore.

E’ padre, e padre buono: vuole darsi, darsi e fare che tutti i suoi figli ardano nelle stesse fiamme, nello stesso incendio d’amore.(...)” S (23-1-53)


[1] Lo stesso stato spirituale viene prospettato dalla beata Elisabetta della Trinità, che nella sua magnifica “Elevazione” dice:: “Mio Dio, Trinità che adoro, aiutami a dimenticarmi interamente per fissarmi in Te, immobile e tranquilla come se la mia anima fosse già nella eter-nità. Niente possa turbare la mia pace, né tirarmi fuori da Te, o mio Immutabile(...)”.

[2] “Figlia mia, fa’ che Io sia amato, consolato e riparato nella mia Eucaristia. Dì in mio nome che a tutti coloro che si comunicheranno bene con sincera umiltà, con fervore e amore nei 6 primi giovedì di 6 mesi consecutivi e presso il mio tabernacolo passeranno un’ora di adorazione e di intima unione con Me prometto il cielo.

E’ per onorare attraverso l’Eucaristia le mie sante piaghe, onorando per prima quella della mia sacra spalla, così poco ricordata.

 Chi farà questo, unendo alle sante piaghe i dolori della mia Madre benedetta e in nome di questi mi chiederà grazie sia spirituali che corporali, che non pregiudichino la sua anima, sarà esaudito. Al momento della morte, condurrò con Me la mia Madre santissima per difenderlo”.S (25-2-49)

   

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