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Presentiamo
una breve cronologia, mettendo in evidenza alcune date più
significative;
siamo consapevoli che la complessità di una evoluzione spirituale non si può
imbrigliare entro date precise, tuttavia pensiamo possa essere utile al lettore,
come orientamento. Attingiamo dall'Autobiografia, dal Diario, dalle lettere ai
due direttori spirituali. Dove è omessa l'indicazione della fonte, è
sottintesa la Autobiografia che Alexandrina, per obbedienza, dettò
succintamente alla maestra del paese Saozinha ed arricchita di vari fatti dal
secondo direttore e dal confratello salesiano D. Ismael.
Alexandrina
Maria da Costa nacque il 30 marzo 1904 a Balasar, modesto paese del Portogallo,
appartenente alla diocesi di Braga, situato a circa 50 km da Oporto; vi morì il
13 ottobre 1955. Fin dai primi anni manifesta una costituzione forte un
temperamento vivace e scherzoso: « I ricchi - diceva la mamma - hanno
il buffone nei loro palazzi; io non sono ricca, ma ho ugualmente in casa chi ci
tiene allegri! ».
1911-1912
Frequenta la prima elementare a Pòvoa de Varzim. Sempre a Pòvoa, preparata dal
p. Alvaro Matos, riceve la prima Comunione: .... Fissai l'Ostia santa in tal
modo che mi rimase impressa nella mente; ebbi l'impressione di unirmi a Gesù
per sempre. Mi parve che Egli legasse a sé il mio cuore. La gioia che ne provai
è indicibile ».
1913-1917
Verso i nove anni inizia a lavorare nei campi; più tardi è costretta a
fare
tale lavoro a servizio, per guadagnarsi il pane.
1918
Il sabato santo salta da una finestra, situata a m 3,35 dal suolo, per salvarsi
dalla passione di un uomo penetrato in casa. Da qui ha inizio una mielite
compressa alla spina dorsale, che sarà riconosciuta più tardi attraverso esami
clinici; ne consegue una paralisi progressiva (referto clinico del dott.
Azevedo). Passa più di sei anni ammalata, un po' in piedi, un po' a letto.
1924
In giugno, con molta fatica, partecipa al Congresso Eucaristico di Braga: da
allora non uscirà più di casa se non trasportata!
1925
Il 14 aprile si pone a letto per sempre. Diolinda, la sorella, diviene la sua
infermiera, perché la mamma deve occuparsi dei lavori di campagna; Diolinda
lavora in casa come sarta.
1928
In occasione di un pellegrinaggio parrocchiale a Fatima, si riaccende in lei la
speranza della guarigione; ma non ottiene la grazia. Nell'Autobiografia leggiamo:
« Morirono i miei desideri di guarire, e per sempre, sentendo, ognor più,
maggiori ansie di amore alla sofferenza e di pensare soltanto a Gesù. Un
giorno, mentre ero sola, venendomi in mente che Gesù stava nel Tabernacolo, Gli
dissi: "Mio buon Gesù, Tu catturato ed io pure... Tu avvinto dall'amore
per mio bene, io catturata dalle Tue mani... Voglio ciò che Tu vuoi; e soffrire
con rassegnazione. Non mancarmi, o buon Gesù, con la Tua protezione! "».
1930
Nel maggio scrive sulla copertina di un libretto: « O Mamma diletta del
Cielo, vieni ai Tabernacoli del Tuo e mio Gesù, presentagli Tu le mie preghiere
e rendi valide le mie suppliche... Digli inoltre che voglio molta sofferenza, ma
che non mi lasci sola neppure un momento ». In questo periodo, ogni mattina,
nelle sue preghiere dice, tra l'altro: « Mi unisco spiritualmente a tutte le
S. Messe che, giorno e notte, si celebrano sulla Terra. Gesù, immolami ogni
momento con Te sull'altare del Sacrificio; offrimi all'Eterno Padre secondo le
Tue intenzioni ».
1931-1932
Durante le sue preghiere e offerte a Gesù comincia a sentire un forte calore
che pare bruciarle il cuore; si sente come rapita. In uno di questi momenti
sente la seguente ispirazione: soffrire, amare, riparare. Non comprende cosa
esigessero da lei quelle parole: « O mio Gesù, cosa vuoi che io faccia? »,
domanda più volte; e ogni volta non sente se non quelle tre parole.
1933
Il 16 agosto viene a Balasar a predicare un triduo in onore del Cuore di Gesù
il
p. Mariano Pinho, S.J. In questa occasione Alexandrina lo ottiene come suo
direttore spirituale. Tale sacerdote le ispira molta fiducia: gradatamente gli
esporrà i problemi della sua anima.
1934
« Fu in settembre che mi persuasi pienamente essere stata la voce del
Signore, non uno slancio mio, a suggerirmi le parole soffrire, amare, riparare.
Fu allora che Gesù mi chiese: "Dammi le tue mani, le voglio
crocifiggere; dammi i tuoi piedi, li voglio inchiodare con me; dammi il tuo
capo, lo voglio coronare di spine come fecero a me; dammi il tuo cuore, lo
voglio trapassare con la lancia come trapassarono il mio. Consacrami tutto il
tuo corpo; offriti tutta a me... ». La frase « mi persuasi essere
stata la voce del Signore, non un mio slancio » è molto significativa. Infatti
la vera esperienza mistica è caratterizzata dalla iniziativa di Dio,
particolarmente forte: tale cioè che l'anima la possa avvertire come non
proveniente da lei stessa, ma da Dio. Agli inizi di ottobre Gesù le dice: « Mi
servo di te perché molte anime vengano a me: per mezzo tuo molte sono stimolate
ad amarmi nella santissima Eucaristia » (Lett. a p. Pinho, 4.10.34). Il 14
ottobre Alexandrina, col sangue spillato da una ferita, scrive sul retro di
un'immagine: « Con il mio sangue, o mio Gesù, Ti giuro di amarti molto. Sia
tale il mio amore che io muoia abbracciata alla croce. Ti amo e muoio per Te,
mio caro Gesù. Voglio abitare nei tuoi Tabernacoli ». Nella lettera a p.
Pinho del 1 novembre, si legge: « Gesù mi dice che, come Lui è fedele
nell'abitare in me per consolarmi, io devo essergli fedele nell'abitare in
spirito nei suoi Tabernacoli e consolarLo ed amarLo ».
1935
Gesù le dice: « Dammi il tuo sangue per i peccati del mondo. Aiutami nella
Redenzione. Senza di me non puoi far nulla; ma con me avrai potere per tutto,
per soccorrere i peccatori e per molte, molte cose in più » (Lett. a
p. Pinho, 3.1.35). Il 30 luglio Gesù le dice, dopo la Comunione: « Fa'
sapere al tuo direttore che, in prova dell'amore che hai per la mia Madre
santissima, chiedo a te che si consacri il mondo intero a Lei con una festa
solenne, come chiesi a Maria Margherita Alacoque, che si consacrasse al mio
divin Cuore » (Lett. a p. Pinho, 1.8.35). Alexandrina rispose: « Sono
la tua vittima, la vittima dell'Eucaristia, la piccola lampada ove risiedi in
perpetuo per amore, la sentinella dei tuoi Tabernacoli. Gesù mio, voglio essere
vittima per i sacerdoti, per i peccatori,... per il mondo intero, vittima per la
pace, per la consacrazione del mondo a Maria ».
1936
Il giorno 7 giugno, festa della SS. Trinità, Alexandrina sperimenta per la
prima volta la morte mistica, che esteriormente si presenta come una morte
apparente; fenomeno misterioso che è stato paragonato dalla teologia cristiana
alla trasformazione del verme in farfalla, in quanto con esso Dio purifica le
anime e le rende sempre più elevate (Santa Teresa, S. Giovanni della Croce). Il
giorno 11 settembre p. Pinho spedisce al cardinai Pacelli la richiesta per la
consacrazione del mondo al Cuore Immacolato di Maria.
1937
Il giorno 2 febbraio la Santa Sede incarica l'arcivescovo di Braga di studiare
il
caso di Alexandrina e di inviare notizie precise circa la petizione della
consacrazione del mondo a Maria (Cf Cristo Gesù in Alexandrina, p. 707) .
Nell'estasi del 31 ottobre Gesù le dice: .... Figlia mia, ti ho scelta per cose
molto sublimi; mi sono servito di te per comunicare al Papa il mio desiderio che
il mondo sia consacrato alla mia Madre santissima » (Lett. a p. Pinho).
1938
Dopo un ritiro spirituale, iniziato il 30 settembre, nella sua cameretta, da p.
Pinho, Gesù le predice nell'estasi del 2 ottobre, che avrebbe sofferto tutta la
sua santa Passione per la prima volta il giorno 3 ottobre e poi tutti i venerdì
dalle 12 alle 15. « Non mi rifiutai ed avvisai di tutto il mio direttore;
attendevo il giorno e l'ora molto afflitta, perché né io né lui avevamo idea
di quanto sarebbe avvenuto. Nella notte dal 2 al 3 ottobre, se fu grande l'agonia
dell'anima, fu grande anche la sofferenza del corpo... Con queste sofferenze
sperimentai per la prima volta la Passione. Quale orrore io sentivo in me! che
paura e terrore! ». L'esperienza della Passione rivissuta, come si rileva
dal racconto di Alexandrina, non nasce, propriamente parlando, dal sentimento,
dalla emotività, dalla meditazione e dalla riflessione di lei, anche se le sue
disposizioni hanno potuto, sotto certi aspetti, essere un utile elemento per
aprire la via al carisma divino.
1939
Il 20 gennaio, durante l'estasi, Gesù le dice che continuerà a rivivere la
Passione in questa forma sino a che il mondo sarà consacrato alla Madre
Immacolata (Lett. a p. Pinho). Il 20 marzo, poco dopo la elezione di Pio XII,
Gesù le predice che sarà questo il Papa il quale consacrerà il mondo a Maria.
Il 28 giugno Gesù le predice la guerra come castigo dei gravi peccati commessi
dal mondo; ed ella si offre vittima per la pace (Lett. a p. Pinho).
1940
Il 4 luglio si offre vittima insieme ad altre anime in unione con la Madonna,
per ottenere che almeno la sua patria sia risparmiata dalla guerra. Gesù
accetta l'offerta ed afferma categoricamente: « Il Portogallo sarà
risparmiato dalla guerra » (Lett. a p. Pinho). Così avvenne. A dicembre
Gesù le assicura che anche il santo Padre sarebbe stato risparmiato dagli
orrori della guerra, ma che avrebbe dovuto soffrire assai moralmente (Lett. a p.
Pinho, 6.12.40).
1941
Ha il primo incontro con il medico, dott. Emanuele Augusto Diaz de Azevedo,
il
quale la prende in cura, seguendola con generosa dedizione e spirito cristiano
sino alla morte. Il giorno 29 agosto il p. José Alves Terças, dell'Ordine dei
Missionari dello Spirito Santo, assiste alla Passione; ne pubblicherà la
descrizione nel n. 10 della rivista « Vida de Cristo, a Paixao dolorosa » vol.
V, Lisboa, 1941.
1942
E’ privata del suo direttore spirituale. Il giorno 20 marzo soffre per l'ultima
volta la Passione, nella forma di partecipazione fisica. Il venerdì successivo,
27, venerdì santo, non soffre più la Passione nella forma suddetta, ma ne
rivive nell'intimo le varie fasi (partecipazione interiore,). Nello stesso
giorno Gesù le dice: « Non temere, figlia mia: non sarai più crocifissa.
La crocifissione che hai tu è la più dolorosa di quelle che la storia può
registrare » (Diario, 27.3A2). Intende dire che da allora avrebbe
partecipato più intensamente anche a tutte le sofferenze morali e spirituali,
senza manifestazioni esterne. In questo periodo le sue condizioni fisiche si
aggravano molto: a tal punto che un giorno pare moribonda e riceve l'olio santo;
detta le sue ultime disposizioni. Entra invece una seconda volta nella morte
mistica, che durerà circa due anni. In questo periodo inizia pure il digiuno e
l'anuria completi, che dureranno fino alla morte: si nutrirà della sola Ostia
consacrata: più di 13 anni! Il giorno 31 ottobre il Santo Padre fa la
consacrazione ufficiale del mondo al Cuore Immacolato di Maria (Cf Cristo Gesù
in Alexandrina, p. 117).
1943
Dal 10 giugno al 20 luglio è degente nell'Ospedale « Rifugio di paralisi
infantile » di Foce del Douro, presso Oporto, sotto l'osservazione del dott.
Gomes de Araùjo: l'autorità ecclesiastica aveva disposto che fosse fatto un
severo controllo circa il digiuno e l'anuria, cui molti non credevano; i medici
pure volevano verificare con il massimo rigore. La relazione fatta dal dott.
Gomes de Araùjo conclude dicendo: « E’ assolutamente sicuro che durante i
40 giorni di degenza nel "Rifugio" Alexandrina non mangiò né bevve,
non orinò, né defecò... ».
1944
Nonostante la prova suddetta, continuano a diffondersi dubbi e dicerie circa
il
suo digiuno e la sua vita ricca di carismi; questo le causa sofferenze
indicibili, tanto più che si trova priva di guida spirituale. La Provvidenza le
viene incontro affidandola alla direzione di un salesiano. Questi, resosi conto
che in Alexandrina c'e veramente l'opera di Dio, le impone di dettare il suo
diario fino alla morte. Le è segretaria eroica la sorella Diolinda, «
quell'angelo che Dio le aveva posto a fianco come infermiera ». Il 1 dicembre
avviene il matrimonio mistico, cioè lo stato di unione amorosa tra Dio e la sua
anima. Gesù le dice: « Tu sei sposa e sei madre, madre che non cessa di
essere vergine. Sei madre dei peccatori...». Sabato, 2 dicembre, la
Madonna le conferma le parole del Figlio e aggiunge: « Accetta il mio
santissimo manto... puoi coprire il mondo intero: basta per tutti. Accetta la
mia corona... sei regina ».
1945
Soffre per la impressione di essere casa di peccato ed il peccato stesso e
sconta
le varie categorie dei peccati. Si rincrudiscono e si fanno più frequenti e
violenti gli assalti del demonio. Contemporaneamente sperimenta vari gradi della
trasformazione della sua anima in Cristo: « Voglio dilatarti il cuore,
voglio farlo grande, grande come il mio divino amore... fallo penetrare nel
mondo che ho deposto nel tuo cuore » (Diario, 3.3A5). E qualche mese
dopo: « Prese nelle sue divine mani il Don Umberto Pasquale. Questi, pregato da
lei, la iscrive tra le Cooperatrici salesiane il 15 agosto 1944. mio cuore e ne
fece un grande globo che poco dopo mi collocò al posto del cuore: "Mia
figlia, il tuo cuore è un globo d'amore..."» (Diario, 22.6.45).
« Sposa mia, mia regina; vivi di me, la tua vita è la mia, sono
trasformato in te perché la tua vita è divina... Tu sei la fontana ed Io l'acqua
che sgorga, lava, purifica... » (Diario, 1.9.45).
1946
Le articolazioni delle braccia e delle vertebre si sconnettono; il dott. Azevedo
decide di bendarla in tutto il corpo e di collocarla su dure assi, su cui rimarrà
sino alla morte (Diario, 4.10.46). Nuovi esami di teologi e di medici, che la
lasciano in doloroso stato (Diario, 26.11.46).
1947
Si sente assai grave di salute e scrive di proprio pugno, con inaudito
sacrificio,
la sua lettera-testamento ai peccatori: « Ho passato la mia vita a soffrire
e passerò il mio Cielo ad amare e a pregare per voi, o peccatori. Convertitevi
e amate Gesù! Amate Mammina! Venite! Andiamo tutti in Cielo. Se provaste per
qualche tempo i martiri che per voi ho sofferto, sono convinta che non
pecchereste più. Se conosceste l'amore di Gesù, oh, allora morireste di dolore
per averLo offeso. Non peccate! Ci ha creato! E’ padre!
1948
Ripiena della carità di Cristo, intensifica l'apostolato parrocchiale e l'aiuto
ai poveri che a lei ricorrono sempre più numerosi; aiuta le vocazioni, il
seminano e le Case Religiose di formazione. Aumenta sempre più il numero delle
persone che vanno a farle visita per averne consigli. Gesù le dice: « E’
col tuo dolore che soccorri: confida che il tuo dolore è per le anime più che
l'acqua per i pesci, più che il sole per la terra ». Il 14 luglio
scrive di suo pugno l'epitaffio per la sua tomba: « Peccatori, se le ceneri
del mio corpo possono essere utili per salvarvi, avvicinatevi, passatevi sopra,
calpestatele fino a che spariscano, ma non peccate più! Non offendete più il
nostro Gesù! Peccatori, vorrei dirvi tante cose! Per scriverle tutte non
basterebbe questo grande cimitero. Convertitevi! Non offendete Gesù! Non
vogliate perderlo per tutta l'eternità! Egli è tanto buono! Basta con il
peccato! Amate Gesù, amateLo! Il giorno 23 settembre riceve l'ultima visita
del suo secondo direttore, obbligato a ritornare in Italia. A lui però invierà
i suoi diari fino alla morte. Rimasta priva anche dei secondo direttore, si
sente dire da Gesù: .... Io sono l'Artista divino e nel tuo nulla io
realizzo il capolavoro più meraviglioso... è con la tua oscurità che do luce
alle anime » (Diario, 1.10.48).
1949
Gesù le promette di chiamare al suo tumulo molti peccatori e di convertirli (Diario,
2.9.49). La Vergine del Rosario le appare con la corona del Rosario e le dice:
.... il mondo agonizza e muore nel peccato. Voglio orazione, voglio
penitenza. Avvolgi in questa mia corona del Rosario coloro che ami... e tutto il
mondo » (Diario, 1.10.49).
1950
Nell'estasi del 28 luglio Gesù le dice: « Dammi la tua riparazione e
ascolta il mio urgente messaggio: "Voglio che il Papa faccia al mondo un
supremo appello...: orazione, penitenza, rinnovamento di vita, vita pura..."
E al 1 settembre aggiunge: « Unisci alla mia angoscia la tua, alla mia
agonia la tua, al mio Calvario il tuo: è calvario di dolore, è calvario di
salvezza... » (Diario).
Alexandrina
partecipa alle sofferenze di Cristo e ne ricevette persino le stigmate, che
rimarranno sempre invisibili, ma dolorosissime. Gesù le dice: « Figlia
mia, trasporto balsamo dalle mie piaghe alle tue, occulte ma dolorose, ben
profonde, perché le tue mani seminino attraverso le piaghe dolorose la mia
semente divina e perché i tuoi piedi, che non camminano per le piaghe aperte,
strappino dai cammini errati le anime che corrono verso la perdizione...
trasporto balsamo dalle ferite del mio capo al tuo per soavizzare il dolore
delle tue spine, affinché, resa più forte, tu possa con queste sofferenze
strappare dagli spiriti le cattive intenzioni e i pensieri iniqui... dal mio
cuore trasporto balsamo amoroso, balsamo di fuoco, perché tu Mi ami e faccia
amare, perché tu accenda questo fuoco, questo amore, perché tu possegga sempre
la tenerezza, la dolcezza del mio » (Diario 1.9.50).
1951
Nell'estasi del 19 gennaio Gesù sollecita: « Presto, presto, più
orazioni, più penitenza! Presto a rinnovare la vita e i costumi! Presto, figli
miei!... » (Diario). Alexandrina risponde: « Tu dici
"presto"; io dico "aspetta, Gesù"... dico "aspetta;
da' loro tempo, Gesù; sono la Tua vittima e voglio perdono per il mondo
"» (Diario, 19.1.51). L'anima vittima si rende sempre più somigliante
alla Vittima divina. L'identificazione di Alexandrina con il Cristo è da anni
operante: « Tu vivi con la mia vita, soffri con il mio dolore, ami con il
mio amore: vivi con la mia vita perché con essa ti faccio vivere; soffri con il
mio dolore perché te lo faccio sentire, in quanto vittima per riparare; ami con
il mio amore perché te lo infusi nel tuo cuore affinché con esso Mi ami e
faccia che io sia amato » (Diario, 23.11.51).
1952
Il 18 gennaio nel Diario leggiamo: « Non so cosa sento nel cuore: mi pare
che abbia dentro qualcuno che, come i pescatori, lancia reti e reti per
catturare questo mondo immenso di anime.. Quante più reti escono dal cuore,
tante più ne ha da lanciare. E quali ansie infinitamente grandi di averle tutte
colme! Che compito, che stanchezza incessante! ». Da questo anno aumenta
spaventosamente il numero delle persone che vanno a vederla e a chiederle
consiglio; sono innumerevoli le conversioni. Nonostante tutto questo, sente
molto acuta un'altra sofferenza: l'impressione che tutta la sua vita ed il suo
martirio siano inutili: « Tutto il mio vivere è diventato inutile » (Diario,
16.5.52).
1953
Però il 9 gennaio dice: « Balsamo al mio soffrire sono soltanto la speranza
e la fiducia; non sento di aver fiducia, ma confido... La vita senza dolore mi
pare insopportabile... Non vi è nulla che si possa paragonare alla dolcezza
della croce quando la accettiamo e la portiamo con amore » (Diario). A
proposito dell'agonia sul Calvario dice: « Erano segreti e misteri di amore...
erano segreti e misteri di redenzione » (Diario 1.5.53). Alexandrina ha
capito il grande valore salvifico della sofferenza. E Gesù le dice: .... Sono
il sole, la vita, l'amore del tuo cuore... è sole, vita e amore divino. Mi do,
mi comunico per mezzo tuo alle anime... Sei nella vita pubblica di Gesù...
» (Diario, 15.5.53). E nell'estasi dei 20 novembre Gesù dice: « Ho
scelto questo Calvario per amore dei peccatori, per amore dell'umanità intera;
Io Gesù, lo intitolo "Calvario dei peccatori "» (Diario). Il
25 dicembre ha l'ultima estasi pubblica, che generalmente aveva dopo la Passione
vissuta interiormente.
1954
Quest'anno ricorre il 12 anniversario dell'inizio del suo digiuno ed anuria
completi; Gesù le dice: « Ti ho messa al mondo, ti faccio vivere solo di
Me, per provare al mondo ciò che vale l'Eucaristia e ciò che è la mia vita
nelle anime: è luce e salvezza per l'umanità » (Diario, 9.4.54). Nel
maggio scrive a p. Pinho: .... Quanto bisogno avrei di lei, per aprirle la
mia anima, per mostrarle un libro di innumerevoli pagine che ho nel cuore! E’
un libro che si potrà comprendere e leggere tutto solamente nella luce
dell'eternità. In esso sono scritte le ansie di darmi, di consumarmi nell'amore
di Gesù e di condurre a Lui le anime tutte, proprio tutte. Non posso consentire
che se ne perda neppure una.. Quanto parla questo libro! » (28.5.54).
Questo libro vivo, non è se non Cristo crocifisso con cui Alexandrina si sente
identificata. Nel
settembre
Gesù le dice: « La tua vita è la mia Passione che continua... è
Passione mistica, ma che racchiude tutta la mia santa Passione » (Diario,
24.9.54). Pochi giorni dopo si legge nel Diario: « In quel momento, dalla
piaga del suo divin Cuore uscì un lampo così grande, con raggi tanto luminosi
che fecero risplendere tutto. Poco dopo, da tutte le sue piaghe divine uscirono
raggi che mi trafissero i piedi e le mani; dal suo capo sacrosanto veniva verso
il mio un sole che mi ha trapassato il cervello. Circa il primo lampo e i raggi
che uscivano dal suo divin Cuore, Gesù mi ha detto con tutta chiarezza: « Mia
figlia, a somiglianza di S. Margherita Maria voglio che tu accenda nel mondo
questo amore per me, tanto spento nel cuore degli uomini... per mezzo tuo voglio
che questo amore sia acceso in tutta l'umanità, così come per mezzo tuo fu
consacrato il mondo alla mia Madre benedetta. Fa', sposa amata, che si diffonda
nel mondo intero l'amore ai nostri Cuori » (Diario, 1.10.54).
Nonostante tutto questo, soffre terribili crisi di fede e si sente nelle tenebre.
Nel Diario leggiamo: « Ho ripetuto il mio credo con molta difficoltà;
dicevo a Gesù il mio credo, spero e confido, però mi pareva una costante bugia
» (8.10.54).
1955
Il 7 gennaio Gesù le predice la morte: « Sei nel tuo
anno! sei nel tuo anno! Confida, confida in Me ». L'11 febbraio Gesù
le dice: « Coraggio, figlia mia, la tua camera, la tua vita, quanti
insegnamenti danno al mondo! E’ scuola divina, che insegna agli uomini;
è luce di Dio che li illumina nelle tenebre » (Diario). Il giorno 13
ottobre, anniversario dell'ultima apparizione della Madonna a Fatima,
Alexandrina vola al Cielo: il suo cuore, incenerito dall'amore, cessa di battere
alle ore 20 e 29 minuti. Per sua espressa volontà fu sepolta con il volto
rivolto al Tabernacolo della sua parrocchia, come segno del suo amore per Gesù
Eucaristico.
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